Gli studenti e il test del Dna contro il razzismo
Treviso, il progetto del liceo Pio X. «Scopriremo gli antenati protagonisti delle prime migrazioni»
Tempi magri per la scienza, tempi d’oro per la rabbia e il razzismo. E allora niente di meglio della stessa scienza per confutare false credenze e pregiudizi. Così a Treviso, nella provincia più leghista d’italia, lo storico liceo del centro Pio X lancia un progetto di «Genetica delle popolazioni»: ventuno studenti e tre insegnanti di scienze, filosofia e storia, si sottoporranno a un test del Dna per conoscere i propri antenati. Non i trisavoli, ai quali ci si può avvicinare con la ricostruzione di un albero genealogico, ma i protagonisti delle prime migrazioni, di continente in continente, che vivevano in Africa o in Asia.
L’idea è partita dagli studenti durante le lezioni di biologia, ed è diventata quasi una scommessa: il risultato sarà la conferma di ciò che hanno studiato. «Il concetto di razza è una costruzione dell’uomo per affermare la propria superiorità nei confronti dell’altro» affermano. «La scienza è la nostra arma contro le fake news, ci aiuta a sviluppare un pensiero critico — dice Enrico —. Ci consente, usando la testa, di difenderci da informazioni sbagliate e sconfiggere i pregiudizi».
Il Pio X, collegio vescovile frequentato dalla buona borghesia di Treviso, ha coinvolto i ragazzi del triennio nei «percorsi di competenze trasversali e orientamento». Ventuno di loro (ma erano più del doppio a voler partecipare) si sottoporranno al test del Dna con la collaborazione di un istituto specializzato americano. L’hanno già ribattezzato il «progetto antirazzismo» perché contesta l’idea che gli uomini siano diversi. Invece, dicono i ragazzi, «siamo tutti uguali, ci siamo solo adattati a luoghi diversi».
Qualche tempo fa è diventato virale un video in cui alcuni studenti poco più grandi di loro si sottopongono allo stesso test. Nei volti ripresi dalla telecamera si coglie lo stupore, qualcuno si commuove, il test evidenzia provenienze del tutto inaspettate in ogni angolo del globo. «Spero tanto che l’esito non sia scontato — sorride Alberto —. Preferirei essere sorpreso, sapere di avere nel mio Dna caratteri non solo europei. E più saranno lontani da me, più sarò felice di aver partecipato». Anche il prof di scienze, Tommaso Pozzobon, farà il test: «Attraverso il grado di mescolanza potremo tornare indietro di secoli».
Sempre più società, soprattutto negli Usa, offrono questo servizio a prezzi non proibitivi. «Non è solo curiosità — sottolinea il preside del Pio X, Simone Ferraro — ma un progetto multimediale che abbraccia, oltre alla scienza, anche la storia e la filosofia».