Segni e de Lorenzo: nessun golpe
Nell’articolo pubblicato sul Corriere della Sera di martedì 22 ottobre e intitolato «Servizi e sospetti. La Repubblica dei gialli infiniti», a proposito del cosiddetto Piano Solo del 1964 si riporta che «fu il generale de Lorenzo a far sentire al leader socialista Nenni quello che lui chiamò un tintinnio di sciabole, avvisaglia di un potenziale colpo di Stato che avrebbe avuto nella figura del presidente Segni il suo lord protettore».
Mario Segni, figlio di Antonio Segni che nel 1964 era il presidente della Repubblica, e Alessandro de Lorenzo, figlio del generale Giovanni, contestano la ricostruzione storica evocata.
Segni ricorda che Nenni smentì più volte l’ipotesi di golpe, che una sentenza del 1968 del Tribunale di Roma ha condannato per diffamazione chi pubblicò la ricostruzione dei presunti fatti, e che chi la scrisse ammise di aver avuto le notizie dal Kgb.
Alessandro de Lorenzo aggiunge, tra l’altro, che prima la Commissione parlamentare d’inchiesta appositamente istituita, e poi la Commissione stragi, esclusero tentativi di golpe. Precisando: «Accertamenti giudiziali, amministrativi e politici hanno categoricamente escluso che le iniziative del generale de Lorenzo nel 1964 avessero a oggetto un’ipotesi di colpo di Stato».
Nel ricostruire il peso che i misteri hanno avuto nella vicenda della Repubblica mi sono limitato a indicare circostanze che sono ancora oggi oggetto di discussione, come le posizioni espresse da Mario Segni e Alessandro de Lorenzo confermano. Certo è che il piano Solo rientra a pieno titolo tra quei misteri.