È proprio orribile questo mondo?
Èdiffusa l’opinione che il mondo sia un brutto posto, dove tutto va male, tanto che il futuro sarà pessimo. Ora: i problemi sono parecchi e seri ma se si guardano le statistiche — che ovviamente sono indicative solo del passato — non sembra che il percorso dell’umanità sia così catastrofico. Ourworldindata.org, un’organizzazione collegata all’università di Oxford, ha messo assieme le 12 metriche che ritiene più significative per cogliere l’evoluzione dello stato del mondo. La povertà estrema, quella sotto a 1,9 dollari al giorno, è scesa dal 42,12% della popolazione mondiale del 1981 al 9,94% del 2015. Il Pil pro capite è salito dai 1.263 dollari del 1870 ai 14.574 del 2016. La popolazione è cresciuta da 72 milioni nel 2000 Avanti Cristo agli oltre 7,5 miliardi oggi. La mortalità infantile (i nati vivi deceduti prima del quinto anno di età) è scesa dal 9,32% nel 1990 al 3,91% nel 2017. Il tasso di fertilità era di 5,4 figli per donna nel 1963, oggi è a 2,44. L’aspettativa di vita alla nascita era di 29,7 anni nel 1870, è salita a 45,7 nel 1950 e ha toccato i 71,7 anni nel 2015. Le persone denutrite erano il 14,8% della popolazione nel 2000, oggi sono il 10,9%. Gli alfabetizzati erano il 12% nel 1820 e l’85% nel 2010. Tra il 1990 e il 2015, coloro che avevano accesso all’acqua potabile sono passati dal 76,08 al 90,95% e coloro che avevano accesso a servizi igienici dal 52,9 al 67,53%. Nello stesso periodo, le famiglie con energia elettrica in casa sono aumentate dal 71,39 all’87,36%. Il consumo di energia pro capite è salito dai 15.540 chilowattora annui del 1970 ai 22.336 nel 2014. Percentuali ancora più straordinarie se si considera che nel tempo la popolazione mondiale è molto cresciuta. Rimane la dodicesima metrica, che è l’unica negativa e riguarda le emissioni di anidride carbonica, ritenute responsabili del riscaldamento del pianeta. Nel 1850, attorno all’inizio della grande industrializzazione dell’occidente, erano equivalenti a 0,12 tonnellate pro capite. Sono salite fino a un massimo di 4,90 tonnellate per abitante nel 2012 per poi scendere a 4,79 tonnellate nel 2017: qui, il problema è che le emissioni sono cresciute anche rispetto alle 4,05 tonnellate pro capite del 1997, quando è stato firmato il Protocollo di Kyoto per limitarle, e rispetto alle 4,47 tonnellate del 2005, quando il Protocollo è entrato in vigore.