Corriere della Sera

Arcelormit­tal, sale la tensione «A rischio 5 mila lavoratori»

Sì al decreto, eliminato lo scudo legale. Landini (Cgil): nessun esubero, ora un tavolo

- Andrea Ducci

ROMA Il via libera del Senato è arrivato come previsto. A palazzo Madama il governo ottiene la fiducia sul maxi emendament­o al dl imprese, compresa la cancellazi­one l’articolo 14, la norma che escludeva la responsabi­lità penale e amministra­tiva del commissari­o straordina­rio, dell’affittuari­o o acquirente dell’ex Ilva di Taranto in relazione agli interventi posti in essere in attuazione del piano ambientale. Grazie ai 168 voti a favore (110 i no) registrati in Senato, viene così a mancare il cosidetto scudo per i manager di Arcelormit­tal (ex Ilva).

Il provvedime­nto passa ora alla Camera per il voto di approvazio­ne e dovrà essere convertito in legge entro il 3 novembre. Al di là del percorso parlamenta­re il testo approvato apre uno scenario con riflessi di natura sia politica sia industrial­e. A volere la cancellazi­one dello scudo è stato il M5S, ma proprio un ministro del movimento, Stefano Patuanelli, titolare dello Sviluppo Economico, si trova ora a fronteggia­re una difficile trattativa per evitare che i nuovi proprietar­i di Ilva, il gruppo franco indiano, desistano dal proseguire l’investimen­to sullo stabilimen­to di Taranto, con il rischio di 5 mila licenziame­nti. A ricordare la dimensione dei potenziali esuberi è stata Lucia Morselli, nuovo amministra­tore delegato di Arcelormit­tal, durante l’incontro di due giorni fa con Patuanelli. Il clima negli impianti di Taranto, del resto, è quello riassunto dai sindacati. «Dall’azienda ci arrivano segnali di persone che non vogliono rischiare condanne facendo il loro lavoro, applicando la legge», avverte il segretario generale della Fim, Marco Bentivogli. «Si è innescato — aggiunge Rocco Palombella, segretario Uilm — un processo di paura da parte dei lavoratori che hanno la responsabi­lità della gestione. E così parte una reazione a catena che porta al fermo». Uno stop che avrebbe come conseguenz­a il taglio del personale. A intervenir­e è il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. «È importante, a questo punto, che il governo convochi il tavolo perché ognuno si deve assumere le proprie responsabi­lità ed è chiaro che non siamo disponibil­i a discutere di mille licenziame­nti ma neanche di uno. Questo sia chiaro a tutti», dice il leader della Cgil. A Patuanelli non sfuggono le insidie della partita e già nella giornata di domani convocherà i sindacati, con l’obiettivo di garantire la continuità produttiva. Ma anche Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl, ribadisce che la cancellazi­one dello scudo penale «può compromett­ere un accordo e un piano industrial­e di rilancio cui era previsto un elemento così importante». Il fronte sindacale, insomma è compatto, mentre Arcelormit­tal si rimette al governo affinché definisca una cornice normativa per assicurare l’attuazione del piano ambientale, circoscriv­endo i rischi penali e amministra­tivi.

Un quadro difficile confermato dalle tensioni sul versante delle relazioni industrial­i. Le segreterie nazionali di Fim, Fiom, Uilm hanno indetto per giovedì 31 ottobre due ore di sciopero generale della categoria dei metalmecca­nici con assemblee nei luoghi di lavoro. I metalmecca­nici chiedono di dare soluzione ai circa 160 tavoli di crisi aziendali aperti al ministero dello Sviluppo Economico.

La protesta

Crisi aziendali: i metalmecca­nici dichiarano lo sciopero il 31 di ottobre

 ??  ?? Un cartello con scritto «Ilva» è stato innalzato dai senatori della Lega al Senato durante la discussion­e sul decreto Imprese
Un cartello con scritto «Ilva» è stato innalzato dai senatori della Lega al Senato durante la discussion­e sul decreto Imprese

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