Corriere della Sera

I Btp in 10 anni battono la Borsa (ma non le società Star)

- S.BO.

Chi ha investito 100 euro a fine 2008, quindi nel decennio postcrisi, a fine settembre 2019 ne ha 169 se ha scelto la Borsa, e 176,3 se ha invece optato per i Btp. Ma a battere tutti sono le azioni delle società del segmento Star, medie imprese con alti requisiti di trasparenz­a e governance: i 100 euro sono diventati 476. Se consideria­mo lo Star come una piazza finanziari­a a sé, è quinta al mondo per rendimenti dal 2008.

I dati sono contenuti in «Indici e dati», rapporto realizzato all’ufficio studi Mediobanca. Dal quale si ricava anche un elemento che fa capire com’è importante il timing dell’investimen­to: chi ha impiegato 100 euro per comprare azioni in Borsa alla fine del 2007, cioè prima del crollo delle quotazioni, non ha una plusvalenz­a bensì ha perso: oggi ne ha in tasca 89,5. Ciò significa anche che Piazza Affari ancora non ha recuperato tutto. E ha perso posizioni: è passata dal 16esimo al 20esimo posto per capitalizz­azione. Tuttavia Borsa Italiana ha generato nel 2018 oltre un quarto degli utili del London group, del quale fa parte, e nei 12 anni post-acquisizio­ne da parte di Londra ne ha prodotto il 51%.

Conferma la forza di Star i il fatto che sono del segmento 5 delle 10 top per guadagni (compresi i dividendi) e anche il titolo che detiene il primato: 100 euro investiti in Amplifon a fine settembre 2019 sono diventati 2.917. Se confrontia­mo i settori, 100 euro investiti nelle azioni di società industrial­i sono diventati 255,, in compagnie di assicurazi­oni 146, in titoli bancari 61. Se consideria­mo le top 30 per capitalizz­azione, nelle prime cinque posizioni troviamo le stesse società ma Enel è passata da terza a prima, seguita da Eni (che 10 anni fa era al primo posto), Intesa Sanpaolo (che era seconda), Generali e Unicredit.

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