J. Lo seduce Wall Street
La regista Scafaria: nel film denuncio un sistema in cui le donne sono valorizzate solo per il corpo
ROMA «Questa città, l’intero Paese è un gigantesco strip club. C’è gente che balla e gente che spende soldi». Ne sta incassando moltissimi il film che racconta la storia, vera, di un gruppo di spogliarelliste di New York che, all’indomani del crollo in Borsa del settembre 2008, trovarono il modo di svuotare i conti in banca dei loro clienti, in gran parte ricchi broker troppo imbarazzati per denunciarle. È Hustlers di Lorene Scafaria (Le ragazze di Wall Street presentato ieri alla Festa di Roma, in sala dal 7 novembre con Lucky Red). Oltre 33 milioni di dollari solo nel weekend di uscita negli Usa. E, soprattutto, il film che sta rilanciando la carriera di Jennifer Lopez e che potrebbe valerle una nomination agli Oscar.
«Alla base di tutto — racconta la regista di origini calabresi — c’è un articolo di Jessica Pressler apparso nel 2015 sul New York Magazine. L’ho trovato affascinante, dice molto sul ruolo delle donne nel capitalismo. Siamo abituati a vedere le stripper nei film ma sempre viste dal punto di vista dei clienti. Invece io volevo fossero queste ragazze a raccontare le loro storie di cui non sappiamo molto».
Lo ha scritto avendo già in mente Jennifer Lopez per il ruolo di Ramona, la leader del gruppo. «Ha le qualità giuste per il ruolo, oltre a una condizione fisica invidiabile. È ambivalente: calda e materna, dura e molto cool, sexy e intelligente. Un po’ mamma orsa un po’ Gordon Gekko. È stata bravissima, ha un grande talento da attrice, si tende a dimenticarlo. E molta dedizione: ha studiato sei mesi la pole dance». Sa bene, dice la regista, cosa significhi il carisma. «Lei è stata un’icona di New York, di certo era un
Jennifer Lopez è ambivalente: calda e materna, dura e molto cool, sensuale e intelligente
modello anche estetico della vera Ramona». Che nel frattempo sta lavorando a una serie tv sulla vicenda, per raccontarla in prima persona.
Scafaria, musicista oltre che cineasta, nel cast ha voluto anche le rapper Cardi B. e Lizzo. Descrive il film come «una combinazione di poliziesco, dramma e una storia di donne su cui grava la condanna sociale che riguarda tutte le lavoratrici del sesso. È un film sulle conseguenze delle crisi economica, del collasso di un sistema di valori malato, che vuole i poveri sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi». E anche, dice «sull’amore incondizionato di madri, amiche, sorelle e figlie in grado di creare legami che superano le loro differenze». Un film, sostiene, persino femminista: «Denuncio un sistema in cui le donne sono valorizzate solo per la bellezza e il corpo. Che dice alle lavoratrici di non fare figli e alle madri di esserlo a tempo pieno. Un sistema che penalizza anche gli uomini, giudicati solo per il conto in banca che gli assicura potere e successo. È triste pensare che non avessero il coraggio di ammettere di essere stati truffati, che avessero paura di ammettere di essere fragili».