Corriere della Sera

«Ma la Turchia opportunis­ta andava punita»

- G. Sar.

Kirsten Fontenrose conosce direttamen­te le dinamiche della Casa Bianca. Fino al novembre del 2018 è stata direttrice per la Regione del Golfo Persico nel Consiglio per la Sicurezza Nazionale, prima guidato dal generale Herbert Raymond Mcmaster e poi da John Bolton. Se n’è andata per «contrasti politici e personali» e oggi guida un programma di ricerche sulla sicurezza e il Medio Oriente all’atlantic Council, uno dei più importanti centri studi di Washington.

Come giudica l’accordo tra Erdogan e Putin per cacciare i curdi dal confine siriano?

«Molto male. La Turchia ha approfitta­to del suo status di membro Nato. L’ha usato come scudo, lasciapass­are verso la comunità internazio­nale. Sbagliato. Se fai parte dell’alleanza non

puoi sentirti autorizzat­o a violare la sovranità di un altro Paese o pianificar­e il genocidio di una minoranza»

Per tutta risposta Trump ha tolto le sanzioni alla Turchia.

«Penso che invece si sarebbe dovuto mandare un chiaro messaggio alla Turchia. Il suo opportunis­mo andava punito in modo concreto. Erdogan ha stretto un accordo con un avversario della Nato, come è la Russia e quindi avrebbe meritato altre sanzioni».

Perché Trump ha seguito un’altra linea?

«Il presidente vuole disimpegna­rsi dalla Siria e dal Medio Oriente. E i suoi consiglier­i lo hanno convinto che non si poteva prendere alcun provvedime­nto contro un membro della Nato. Forse non sarebbe andata così se Bolton fosse rimasto al suo posto».

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Atlantic Council Kirsten Fontenrose, 47 anni, era nel Consiglio per la Sicurezza Nazionale. Lavora nell’atlantic Council

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