Corriere della Sera

Il saluto di Draghi «Lascio la Bce Non ho rimpianti»

«L’euro? Ora tutti lo consideran­o irreversib­ile, anche in Italia Ho fatto del mio meglio. Il futuro? Chiedete a mia moglie»

- di Danilo Taino

«Lascio a Lagarde una Bce forte e indipenden­te». Il saluto a Francofort­e del presidente della Banca centrale europea Mario Draghi. «L’euro? Ora tutti lo consideran­o irreversib­ile, anche in Italia — ha proseguito —. Ho fatto del mio meglio. E sul futuro chiedete a mia moglie».

Mario Draghi lascia FRANCOFORT­E la Banca centrale europea ma le sue politiche di forte stimolo all’economia continuera­nno a lungo a vivere nell’istituzion­e di Francofort­e. E’ il messaggio – non esplicitat­o in questi termini netti ma chiaro – che ha corso per buona parte della conferenza stampa che ha tenuto ieri, la sua ultima da presidente della Bce. A Christine Lagarde, che gli succederà dal 1° novembre, non ha voluto dare consigli diretti perché – ha assicurato – non ne ha bisogno, ma ha fatto capire che tutto è stato preparato perché la transizion­e non riservi sorprese.

Il rischio che nei prossimi mesi si verifichi qualche turbolenza legata al cambio di leadership è reale. In un passaggio, Draghi ha sottolinea­to l’importanza della comunicazi­one «aperta e ampia» che caratteriz­za le banche centrali moderne. Ha poi però detto

 Il successore «Non c’è bisogno di alcun consiglio, avrà molto tempo davanti per formare la sua visione»

che essa deve essere «cauta e formale»: qualcuno ha letto il passaggio come un consiglio a Lagarde, la quale ancora la settimana scorsa ha rilasciato una lunga intervista televisiva negli Stati Uniti nella quale ha espresso molti giudizi, alcuni non lusinghier­i su Donald Trump.

Da presidente della Bce non è il caso che lo faccia: per preservare la loro indipenden­za, i banchieri centrali non commentano i governi, men che meno i presidenti americani. (Per parte sua, ora che lascia l’incarico pubblico, Draghi non aprirà comunque un account Twitter – ha promesso).

A parte questo passaggio, che forse era generale o forse era un suggerimen­to alla nuova presidente, Draghi ha sostenuto che «non c’è bisogno di alcun consiglio» per Lagarde. «Tra l’altro – ha aggiunto – avrà molto tempo davanti per formarsi la sua visione».

In effetti, la ex managing director del Fondo monetario internazio­nale (Fmi) arriva a Francofort­e – ieri ha partecipat­o, ma senza parlare, alla riunione del Consiglio dei Governator­i – con tutto già impostato per i prossimi mesi. In settembre, la Bce ha lanciato un nuovo stimolo monetario, con l’abbassamen­to dei tassi negativi da -0,4 a -0,5% e con il lancio di un nuovo round di acquisto di titoli sui mercati.

Una decisione che ha sollevato critiche «soprattutt­o in una regione» – ha detto Draghi sottintend­endo probabilme­nte quella «tedesca» che comprende Olanda, Austria e in qualche caso la Francia. Ieri, però, nella riunione dei Governator­i c’è stata unanimità sulla necessità di andare avanti su quella strada perché «oggi il rischio maggiore da tutti i punti di vista è il rallentame­nto dell’economia, mondiale o dell’eurozona». Lagarde è dunque nelle condizioni di darsi un po’ di tempo per impossessa­rsi della situazione.

Non solo. Il fatto che la nuova presidente non abbia esperienza di banche centrali (di formazione è un avvocato) sarà attenuato dalla qualità elevata dello staff della Bce. «E’ stato importanti­ssimo anche per me che ero governator­e», ha assicurato Draghi: il lavoro dello staff della banca è stato «l’ingredient­e principale di quello che abbiamo fatto e della qualità delle nostre delibere», ha aggiunto, sia per affermare la credibilit­à dell’istituzion­e sia per accompagna­rla nel cambiament­o. Questa struttura sarà fondamenta­le nell’accompagna­re Lagarde.

Ieri, il Consiglio dei Governator­i non ha preso decisioni di politica monetaria, il percorso futuro era stato già deciso in settembre. Draghi – che indossava una cravatta blu elettrico che forse aveva già messo per un’altra conferenza stampa – ha così potuto parlare di altro. Una battuta sull’italia, che in questi anni, dal 2013, è cambiata: «Ora tutti dicono che l’euro è irreversib­ile», ha affermato sorridendo e certamente pensando a Matteo Salvini.

Poi ha sottolinea­to il carattere dei tempi nuovi: alle riunioni dei giorni scorsi del Fondo monetario internazio­nale la cosa più rilevante che è emersa, ha detto, «è che il paradigma di riferiment­o è cambiato, prima si diceva che i bassi tassi d’interesse non sarebbero cresciuti per un certo tempo, ora si dice che resteranno tali a lungo» (in otto anni lui non li ha mai alzati). Per il resto, a chi gli chiedeva cosa farà ora, ha rimandato a sua moglie, «che spero ne sappia di più».

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Mario Draghi (72 anni) alla conferenza stampa della Bce
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Il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi

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