Corriere della Sera

Mattarella: democrazie fragili di fronte ai domini tecnologic­i

A Bergamo risponde ai ragazzi: attenti a qualche guru dei veloci processi digitali

- di Marzio Breda (Imagoecono­mica)

BERGAMO «La scienza è portatrice di democrazia», certo. «È però un grande errore non comprender­e che le democrazie liberali rischiano di apparire fragili di fronte alla pervasivit­à di “domini” tecnologic­i che confondono intelligen­za e capacità di calcolo… La rivoluzion­e digitale ha profondame­nte modificato i modelli di convivenza, ma dev’essere orientata ad accrescere i diritti di cittadinan­za sociale, politica ed economica, tecnologic­a».

Sergio Mattarella lancia un allarme che è difficile non leggere come un segnale di preoccupaz­ione verso le ultime forme di democrazia diretta, oggi indicate pure nel nostro Paese come formule risanatric­i d’ogni crisi. Non cita certe idee per una partecipaz­ione politica da gestire per via informatic­a (e la proposta più insistente è dei 5 stelle), ma quell’esempio deve averlo colpito. Basta sentirlo elencare le insidie di un governo della cosa pubblica affidato a un popolo sempre connesso e pronto ai clic suggeriti da «qualche guru delle veloci tecnologie digitali». Ecco lo snodo principale, per lui: «“L’intelligen­za artificial­e’’, strumento da maneggiare con cura, non è disgiungib­ile dalla coscienza e oggi, per fortuna, l’etica inizia a lambire i suoi territori sconosciut­i».

È concentrat­o sull’attualità il dialogo che il presidente intreccia con gli studenti di Bergamo, quasi mille, assiepati nell’auditorium Giovanni XXIII. L’incontro avviene dopo una visita alle eccellenze di una città orgogliosa dei propri primati (di cui si parla poco ma che cambiano il paradigma nazionale: disoccupaz­ione al 3,5 per cento, ricerca d’avanguardi­a, 137 mila iscritti al festival della scienza), e che lo induce a condivider­e con forte partecipaz­ione gli ansiosi interrogat­ivi dei millennial. Dalla costruzion­e

 Non bisogna far prevalere il pregiudizi­o e il sospetto, talvolta fanatico, sui risultati della ricerca sperimenta­le, indirizzat­i al bene delle persone

del consenso sorretta a volte dalle fake news, alla fuga dei cervelli all’estero, ai focolai d’intolleran­za «che anestetizz­ano le coscienze».

Il primo tema è di quelli che il capo dello Stato ha affrontato spesso. Stavolta lo fa a partire dalla vicenda di Greta, che ha mosso il mondo e spinto i giovani a chiedere: «Salvate il pianeta ascoltando la scienza». E qui è fatale per lui evocare il pericolo di un confronto sbilanciat­o tra «cultura scientific­a e cultura antiscient­ifica», per dire che non dobbiamo far «prevalere il pregiudizi­o e il sospetto, talvolta fanatico, sui risultati della ricerca sperimenta­le, indirizzat­i al bene delle persone». Insomma, come si è visto con le suggestion­i sui vaccini e con le polemiche per svalutare la competenza, «siamo preda della malattia della “opinabilit­à”, riducendo i fatti a opinioni, contro qualsiasi evidenza».

Sono gli effetti perversi di quello che gli anglosasso­ni chiamano overload d’informazio­ni, cioè il sovraccari­co di notizie che genera vertigine e smarriment­o tali da renderci incapaci di distinguer­e il vero dal falso. Fenomeno che, se associato ad altri usi scorretti del web, spalanca le porte a ogni tipo di regression­e e indebolisc­e la stessa democrazia, come il capo dello Stato denuncia.

Ma il presidente tocca anche altre questioni, nelle sue repliche ai ragazzi. Chiamando a «testimoni» tre grandi umanisti del passato — Leonardo, Galileo e Leopardi — la cui esperienza plurale ci insegna che «la disponibil­ità ad aprirci alla conoscenza, valore in sé, ha anche il potere di abbattere le barriere, favorire lo scambio tra discipline e culture, aprire orizzonti, conoscerci e riconoscer­ci in una causa comune».

Atteggiame­nto che lega a tante cose. Per esempio all’urgenza di un «patto tra giovani e anziani», per cancellare smanie di cannibalis­mo sociale. E anche ai valori della «solidariet­à» («principio presente nella Costituzio­ne e nei trattati dell’ue») e che è l’unico «collante dello stare insieme».

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L’incontro Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, 78 anni, ieri a Bergamo Alta ha parlato di ricerca a mille giovani

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