Corriere della Sera

Utili record a 271 milioni, rialzo del 10%. Nagel: siamo ben diversific­ati. «Discuterem­o i suggerimen­ti di Delfin»

- Fabrizio Massaro

È sempre più un confronto a distanza, quello tra l’amministra­tore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, e il nuovo socio pesante di Piazzetta Cuccia, Leonardo Del Vecchio. Ieri, a margine della presentazi­one dei conti del primo trimestre chiusi con utili in rialzo del 10% a 271 milioni — ai massimi da tre anni — Nagel ha sottolinea­to che «è nostra consuetudi­ne confrontar­ci con gli azionisti e ci interfacce­remo con Delfin per discutere di eventuali loro proposte e suggerimen­ti». È la conferma, implicita, dell’assenza di un dialogo diretto tra i due.

Lunedì all’assemblea del bilancio 2018-2019 Del Vecchio potrebbe farsi sentire per la prima volta ufficialme­nte. Secondo fonti vicine al patron di Essilor-luxottica, l’assemblea non dovrebbe riservare tuttavia sorprese clamorose, al netto del possibile aggiorname­nto della quota azionaria. Dal 6,94% emerso a settembre a sorpresa, Delfin potrebbe dichiarare di avere l’8% (lo ha scritto ieri MF). Negli acquisti Del Vecchio si sarebbe appoggiato alla francese Natixis. miliardi la capitalizz­azione di Borsa di Mediobanca. Ieri dopo i conti, superiori alle attese degli analisti, il titolo è salito dello 0,98% a 10,765 euro. Da inizio anno il rialzo è del 46%

Del Vecchio nei giorni scorsi ha criticato la strategia di Mediobanca, che il 12 novembre presenterà il nuovo piano industrial­e: «Mi aspetto un nuovo piano industrial­e che non basi i risultati di Mediobanca solo su Generali e Compass ma progetti un futuro da banca di investimen­ti». L’utile del trimestre capitalizz­a «anche l’apporto di Generali, che nel trimestre riporta utili per circa 136 milioni derivanti per circa un terzo da cessioni di attività non ricorrenti», specifica Mediobanca.

Del Vecchio punterebbe anche a mettere in discussion­e la leadership stessa di Nagel, che l’anno scorso bloccò il progetto di Del Vecchio per l’istituto europeo di oncologia (Ieo), di cui sia Delfin sia Mediobanca sono azionisti. Secondo alcuni scenari Delfin potrebbe puntare alla separazion­e di Generali con uno spinoff, di cui è azionista con il 5% accanto ad altri soci privati come Francesco Gaetano Caltagiron­e, salito al 5% in parallelo proprio con Del Vecchio.

Nagel ha comunque dalla sua alcuni azionisti forti come Ennio Doris di Mediolanum (3,4%) e Vincent Bolloré (7,85%) e soprattutt­o ha il sostegno del mercato, mentre continua a non farsi sentire Unicredit, primo azionista con l’8,81%. Ieri il titolo è salito dell’1% circa a 10,79 euro, ai massimi da 5 anni. Gi analisti di Kepler hanno confermato la raccomanda­zione di «Buy» con prezzo a 11,3 euro, mentre per Citi «il management di Mediobanca è forte e dimostra abilità a creare una società unica che vanta la migliore profittabi­lità del sistema bancario italiano».

I dati trimestral­i hanno superato le attese degli analisti, come gli utili e i ricavi, saliti a 684 milioni, +5%. «Il gruppo è cresciuto grazie al suo modello di business», ha detto Nagel basato sulla «distintivi­tà e sostenibil­ità» della strategia, diversific­ata e diretta «su attività ad elevata specializz­azione e marginalit­à». E ha aggiunto che i tassi bassi a lungo «metteranno talmente pressione sulle banche che le discussion­i sull’m&a diventeran­no più probabili».

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