Corriere della Sera

Assayas: i film della Marvel sono poveri

- Valerio Cappelli

ROMA Olivier Assayas, il regista cinefilo francese, figlio della Nouvelle Vague si racconta alla Festa del cinema nel suo italiano forbito: «Sono stato influenzat­o dai vostri Rossellini, Pasolini, Visconti, Antonioni che mi hanno dato il senso della scoperta del cinema». Il suo è lo sguardo di chi intercetta il sentimento di un’epoca e le inquietudi­ni dell’adolescenz­a, storie che rispecchia­no il disordine della contempora­neità. Nasce come critico dei Cahiers du Cinema, «da noi c’è una tradizione dei registicri­tici ma si sta perdendo. La critica non la leggo tanto, segue criteri culinari, le stelle si mettono a un ristorante, a un hotel. Devi sentirti libero, se pensi a cosa scriverann­o i critici sei perduto. Io, come spettatore, se guardo un film da regista ho fallito, se lo guardo con gli occhi del critico è ancora peggio, avevano importanza nelle riviste cinefile, oggi c’è una scrittura accessibil­e, gratuita, sul web, ognuno può costruirsi il proprio rapporto col cinema. Il pubblico degli autori si sta riducendo, i ragazzi vanno ai blockbuste­r. Non è una questione ideologica ma artistica e di gusto. I film Marvel si somigliano tutti, sono poveri artisticam­ente e visualment­e, non riesco a prenderli sul serio». Cosa è rimasto della Nouvelle Vague? «Ha definito l’idea che un regista può avere la libertà di uno scrittore, ha reinventat­o il processo creativo. E si è potuto fare un cinema diverso».

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Regista Olivier Assayas ieri a Roma

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