Assayas: i film della Marvel sono poveri
ROMA Olivier Assayas, il regista cinefilo francese, figlio della Nouvelle Vague si racconta alla Festa del cinema nel suo italiano forbito: «Sono stato influenzato dai vostri Rossellini, Pasolini, Visconti, Antonioni che mi hanno dato il senso della scoperta del cinema». Il suo è lo sguardo di chi intercetta il sentimento di un’epoca e le inquietudini dell’adolescenza, storie che rispecchiano il disordine della contemporaneità. Nasce come critico dei Cahiers du Cinema, «da noi c’è una tradizione dei registicritici ma si sta perdendo. La critica non la leggo tanto, segue criteri culinari, le stelle si mettono a un ristorante, a un hotel. Devi sentirti libero, se pensi a cosa scriveranno i critici sei perduto. Io, come spettatore, se guardo un film da regista ho fallito, se lo guardo con gli occhi del critico è ancora peggio, avevano importanza nelle riviste cinefile, oggi c’è una scrittura accessibile, gratuita, sul web, ognuno può costruirsi il proprio rapporto col cinema. Il pubblico degli autori si sta riducendo, i ragazzi vanno ai blockbuster. Non è una questione ideologica ma artistica e di gusto. I film Marvel si somigliano tutti, sono poveri artisticamente e visualmente, non riesco a prenderli sul serio». Cosa è rimasto della Nouvelle Vague? «Ha definito l’idea che un regista può avere la libertà di uno scrittore, ha reinventato il processo creativo. E si è potuto fare un cinema diverso».