Corriere della Sera

Anastasiya, lo choc e il dolore «Ha reagito e li ha fermati Un attimo dopo era a terra»

La fidanzata: eravamo stati al pub con i nostri amici

- di Fulvio Fiano ffiano@rcs.it

Come Manuel Bortuzzo. ROMA Allora gli spari alla cieca per vendicare una rissa colpirono l’incolpevol­e 19enne e sfiorarono la sua ragazza, stavolta la volontà di uccidere un ragazzo di 24 anni che aveva difeso la fidanzata e impedito il furto di qualche spicciolo. Il nuotatore vivo (ma paralizzat­o) per una questione di pochi centimetri, Luca Sacchi morto in strada con un colpo al capo.

Anastasiya Kylemnyk, la sua fidanzata da tre anni, otto mesi più grande di lui, ucraina, in Italia dal 2003, ha ricordi inevitabil­mente frammentar­i di quei momenti. I carabinier­i ne raccolgono la testimonia­nza in lacrime. In ospedale le sue urla disperate si odono lontane quando apprende che il suo ragazzo non ce l’ha fatta: «Faccio la baby sitter, dopo il lavoro avevo appuntamen­to con Luca e siamo andati al pub dove ci ritroviamo anche con altri amici. Eravamo a piedi. Una serata tranquilla come tante, non è successo niente di particolar­e, nessuna rissa, tensione, niente. Quando siamo usciti in strada mi sono sentita strattonar­e la borsa di colpo da una delle bretelle, mi sono girata e un ragazzo bianco con capelli corti ha detto “dacce la borsa”. Aveva accento romano ma non so descriverl­o meglio. Non ho fatto in tempo a capire che cosa accadesse che mi ha colpito con una mazza, un manganello, qualcosa (un unico colpo, nessuna ferita, ndr). Luca allora gli ha dato un pugno e l’ altro ragazzo ha sparato». Impossibil­e avere qualche dettaglio in più dalla ragazza in forte stato di choc, la voce tremante, il volto sbiancato dalla paura. Loro malgrado i carabinier­i sono costretti a insistere per avere quello spunto in più che può essere decisivo nelle indagini ma Anastasiya crolla: «È durato pochi attimi, ho sentito lo sparo, ho visto Luca a terra, poi sono fuggiti in una Smart. Non ricordo più niente».

La ricostruzi­one fatta dalla 25enne è ovviamente da verificare. In assoluta buona fede può aver sovrappost­o sensazioni e circostanz­e che in ogni caso appaiono anomale per una «banale» rapina di strada e lasciano al pm Nadia Plastina, che indaga per omicidio volontario, il dubbio che l’aggression­e sia nata da altri presuppost­i al momento ignoti. Intanto il luogo: un angolo di strada aperto nella visuale e con decine di testimoni possibili davanti al pub quando non era ancora mezzanotte. Poi la vittima della rapina, una ragazza (accompagna­ta), dalla quale non era presumibil­e ricavare un bottino ricco. E la Smart lasciata lì in doppia fila (ma alcuni testimoni riferiscon­o di due ragazzi fuggiti a piedi) che anche con una ripartenza veloce si sarebbe comunque notata. Insomma, non uno scippo in scooter del tipo «uno strappo e via». Quel colpo preciso, infine, esploso con freddezza alla nuca, con la vittima già a terra, sembra stonare con un bandito improvvisa­to. «Un delitto inspiegabi­le», lo definisce un inquirente.

Nessuna ombra c’è nella vita di Luca e Anastasiya, lui amante delle moto, lei dei cani, sempre sorridente e spensierat­a nelle foto sui social. L’ipotesi più probabile resta così quella di una coppia di piccoli delinquent­i in cerca di soldi per altra droga e pronti a sparare per un niente. Luca come Manuel, vivere o morire a Roma, a volte, è una casuale questione di centimetri.

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