Corriere della Sera

La sfida di Salvini: dedicherò la vittoria al premier e a Luigi

Per lui, Berlusconi e Meloni comizi separati

- DAL NOSTRO INVIATO (dal profilo Instagram) Marco Cremonesi

Comincia Giorgia Meloni: ore 18, piazza Solferino. Segue Silvio Berlusconi: ore 18.30, auditorium Politeama. Conclude Matteo Salvini: ore 21, largo Volfango Frankl. Tutti a Terni, tutti nel giro di poche ore, tutti insieme ma non appassiona­tamente: il palco, con gli alleati, non lo condividon­o. Avrà certamente ragione Berlusconi quando osserva che «in queste elezioni ciascuno deve prendere il suo», riferendos­i alla legge elettorale proporzion­ale. Eppure, questa freddezza che tra alleati sembra perdurare rischia in prospettiv­a di non aiutare.

In ogni caso, il presidente azzurro generosame­nte getta il cuore avanti. Dice di apprezzare il nome «Coalizione degli italiani» per l’alleanza che è

La previsione

Il leghista ai suoi: l’esito del voto sarà un problema per i 5 Stelle, partiranno tutti all’attacco del loro capo

stata tenuta a battesimo in piazza San Giovanni a Roma: «Io pensavo più a una cosa tipo “Casa degli italiani” ma ho avuto la grande soddisfazi­one di vedere finalmente dichiarata pubblicame­nte, da parte di Salvini e Meloni, la assoluta necessità che la coalizione delle forze politiche contro la sinistra fosse una sola». Per quanto lo riguarda, la svolta è compiuta: «Non dobbiamo stare con la sinistra democratic­a europea, dobbiamo trovare una nuova alleanza con i liberali, i verdi e i sovranisti che hanno testa».

E in effetti, nel centrodest­ra il clima è euforico. La parola più pronunciat­a da tutti i leader, da giorni in Umbria, è «lunedì». Perché da domenica cambia tutto, dice Salvini, «sarà una data come Natale, Capodanno, Pasqua, una data che resterà, la festa della liberazion­e dopo 50 anni». Il leader leghista è pure convinto, anche se lo riferisce soltanto ai suoi, che l’esito delle elezioni umbre aprirà «un casino tra i 5 Stelle, partiranno tutti all’attacco di Di

Maio». Mentre Giorgia Meloni è «molto contenta che in Umbria sia arrivato mezzo governo italiano per mettere la faccia sulla sconfitta». E aggiunge: «Nel momento in cui porti il governo qui e poi non vinci, vai a casa». La pensa così anche Salvini: «Se vuoi negare il valore politico nazionale di un’elezione, non porti lì il presidente del Consiglio». Poi ridacchia: «Da Di Maio e Conte c’erano 20 persone, vengano un po’ a vedere le piazze nostre». Insomma: «Vedo Conte molto suscettibi­le ultimament­e, ha capito che per lui la pacchia sta finendo».

E così, il centrodest­ra vede davvero le elezioni umbre come il D-day per la conquista del Paese. Lo ha detto nettissimo Salvini: «Questa terra domani darà una lezione di democrazia che se la ricorderan­no per i prossimi 50 anni. E poi a gennaio votano Calabria ed Emilia-romagna, e ci metterò l’anima che vinca il cambiament­o». Infine, «in primavera sarà la volta della Toscana, e poi andiamo a votare a livello nazionale e torniamo al governo dal portone principale». E dato che il voto umbro sarà «l’innesco della reconquist­a», Salvini se la ride: «Dedico questa vittoria a Giuseppe Conte e Luigi Di Maio».

Se il centrodest­ra di solito prende di mira soprattutt­o Di Maio e Conte, ieri Meloni non ha risparmiat­o Luciana Lamorgese: «Il ministro degli Interni, che dovrebbe occuparsi della sicurezza, ha ricevuto le ong e si siede al tavolo con gente che sistematic­amente viola le leggi italiane. Vi sembra normale?». Intanto, Silvio Berlusconi rilancia un suo antico cavallo di battaglia, una sorta di «no tax day». In molte città oggi si troveranno i banchetti di FI per raccoglier­e le firme sulla proposta di inserire in Costituzio­ne un tetto massimo alle tasse, una delle quattro raccolte di firme lanciate sabato scorso a Roma, insieme all’elezione diretta del capo dello Stato, l’abolizione dei senatori a vita, la supremazia dell’ordinament­o italiano su quello comunitari­o. Tutti temi che formeranno il «basso continuo» dell’attività dell’opposizion­e di centrodest­ra.

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Il signor Conte è molto suscettibi­le, ha capito che finisce la pacchia Da questa domenica cambia tutto, sarà come Natale, una data che resterà

Matteo Salvini

d Cadrà il fortino rosso Ho avuto la soddisfazi­one di vedere dichiarata, da Matteo e Giorgia, la necessità che contro la sinistra la coalizione fosse una sola

Silvio Berlusconi

d Sono molto contenta che qui in Umbria, in un solo giorno, sia arrivato mezzo governo per mettere la faccia sulla sconfitta che stanno per subire Giorgia Meloni

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In piazza Il leader della Lega, Matteo Salvini, 46 anni, ieri a San Giustino in uno dei comizi dell’ultima giornata di campagna elettorale per la Regione Umbria

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