Corriere della Sera

Conte con gli alleati «Questa coalizione ha un futuro»

Il leader M5S: si vince e si perde insieme

- Monica Guerzoni

NARNI «Signor Santo, noi ci impegniamo, promesso. Ciao...». Nella cittadina umbra sono quasi le 11.40, Giuseppe Conte ama farsi aspettare e anche se gli altri leader sono già tutti all’auditorium San Domenico per la prima photo opportunit­y della nuova alleanza, il premier si ferma sul portone di Palazzo Scotto e chiede il permesso di varcare la soglia: «Posso? Lei abita qua?». Il professore pugliese entra ed esce dal cortile al fianco del sindaco Francesco De Rebotti e l’anziano elettore lo supplica: «Presidente, non litigate. Tu ‘o sai mejo de me che non poi cade’ finché non sarà eletto il presidente della Repubblica». Conte sorride, poi sospira: «Non si può lavorare solo per eleggere il capo dello Stato, il

Paese ha bisogno di risposte».

Il signor Santo, in virtù di quella «saggezza popolare» che il sindaco gli attribuisc­e, ha afferrato al volo il tema che assilla il governo: il fattore tempo. Quanto dura Conte? E che succede se la coalizione gialloross­a crolla al suo debutto elettorale? Fallisce quello che il giurista di Palazzo Chigi chiama «l’esperiment­o interessan­te»? Il premier scuote la testa, disegna un grande arco con la mano e allude a un «progetto politico di lungo respiro», che proietta nel futuro gli ex acerrimi nemici di Pd e M5S. «Il progetto è partito da poco e si stabilizze­rà sempre di più — si puntella Conte in queste ore di vigilia —. Andremo avanti fino al 2023 e oltre». Sta chiuso in quell’«oltre» il senso della foto simbolo, che Zingaretti alle 11.47 posta in tempo reale sul web. E se Renzi si è tirato fuori dall’inquadratu­ra si andrà avanti anche senza, sembra dire Conte: «Ci saranno altre occasioni».

Commenti (e ironie) sulla «foto storica» si sprecano e anche le analisi sul diverso grado di temperatur­a politica con cui i leader hanno interpreta­to l’evento. Dalla febbre unitaria di Conte, Zingaretti e Speranza, al quasi gelo di Di Maio, che indica la «terza via». Il capo dei 5 Stelle, che pure ha ideato e organizzat­o il debutto umbro, si muove cauto e maschera a fatica la preoccupaz­ione per l’impatto che una sconfitta del «civico» Bianconi avrebbe sugli scettici del M5S. Di Maio si mette in posa con il premier, sprona Conte a salutare le studentess­e che si sbracciano dal davanzale di una scuola e sopporta indulgente la battuta di «Giuseppe» alle ragazze: «Studiate, studiate, che può capitare anche a voi di diventare premier!». Ma se il ministro ha persino trascinato i leader al Caffé Gnocchetto per un drink della pace a Campari e patatine, è «per costringer­e tutti a metterci la faccia e a impegnarsi come mi sono impegnato io». Certo è felice che Conte sia venuto a Narni a fare il pieno di selfie, però sia chiaro, avverte Di Maio a riflettori spenti, «in questa elezione si vince e si perde insieme». E il monito è tutto per Conte, che dal palco aveva provato a esserci e non esserci con un abile incastro di parole: «Il premier sta facendo campagna elettorale? Se l’avessi fatta sarei venuto qui tutti i giorni».

Di Maio lo ha fatto, prova ne siano la voce stanca e il «tu» con cui gli umbri lo abbraccian­o. Zingaretti anche. E pazienza se a Spoleto gli è scappato un «compliment­o» di troppo verso Salvini. Il segretario del Pd lo ha apostrofat­o come «l’ubriacone del Papeete», assicurand­osi il polverone dell’ultimo minuto. Il leader della Lega vuole «riprenders­i l’umbria» e poi pure l’italia, ma per Conte «da lunedì non cambia nulla» e di Maio ammonisce l’ex ministro dell’interno: «Nessuno usi questa regione come un trofeo elettorale». Applaudono i dem Marina Sereni e Walter Verini, i cinquestel­le Giancarlo Cancelleri e Laura Castelli. Bianconi giunge le mani verso il cielo e mostra di crederci più dei leader venuti a sostenerlo, alla faccia dei corvi e dei sondaggi: «Dai, che ce la facciamo».

L’accusa del capo dem

Il segretario del Pd alza i toni contro il leader del Carroccio definendol­o in un comizio «l’ubriacone del Papeete»

d

Il nostro progetto politico richiede lavoro di squadra e si stabilizze­rà sempre di più Diamoci del tempo Andremo avanti fino al 2023 e anche oltre

Giuseppe Conte

d Abbiamo fatto un patto civico insieme: se Vincenzo Bianconi vincerà, non ci sarà la guerra della giunta, ma lui sceglierà i migliori e non interferir­emo

Luigi Di Maio

d Continuare a lottare coi 5 Stelle? Perché no? Di fronte a una destra che giudico pericolosa, credo che lo dirà pure Di Maio Ragioniamo territorio per territorio

Nicola Zingaretti

 ??  ?? Insieme Il candidato Vincenzo Bianconi (al centro), 46 anni, con, da destra, il premier Giuseppe Conte, 55, il capo M5S Luigi Di Maio, 33, il segretario Pd Nicola Zingaretti, 54, e Roberto Speranza di Leu, 40 (Imagoecono­mica)
Insieme Il candidato Vincenzo Bianconi (al centro), 46 anni, con, da destra, il premier Giuseppe Conte, 55, il capo M5S Luigi Di Maio, 33, il segretario Pd Nicola Zingaretti, 54, e Roberto Speranza di Leu, 40 (Imagoecono­mica)

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