Corriere della Sera

La madre lo denuncia: meglio in cella che fra gli spacciator­i

La donna in commissari­ato con il marito: «Ho saputo da un amico che mio figlio ha fatto un casino»

- (Fotogramma) Valeria Costantini

«Ho saputo da un amico che mio figlio ha fatto un casino e sono venuta qui. Meglio in galera che con gli spacciator­i». Con queste parole Giovanna, la madre di Valerio Del Grosso — accusato di aver sparato a Luca Sacchi davanti al pub nel quartiere Appio — si è presentata al commissari­ato di polizia di San Basilio giovedì sera per raccontare tutto quello che sapeva. E così ha denunciato il terzogenit­o, il figlio che da poco le aveva regalato la prima nipotina.

Non ha avuto dubbi, non ci ha pensato due volte la coraggiosa mamma. Dopo aver saputo dall’altro figlio Andrea che cosa fosse successo, è andata con lui e con il marito Gianni, che di lavoro fa l’autista, a informare gli investigat­ori che, forse, il suo ragazzo era coinvolto in un terribile delitto.

Nessuna esitazione su quale fosse la cosa più giusta da fare: anche perché Giovanna aveva paura. Sapeva che Valerio era in fuga, glielo aveva confessato proprio lui, senza però dirle dove si fosse nascosto e senza svelarle i dettagli di quella «caz...» compiuta e poi confessata al telefono tra le lacrime. «Temo possa accadergli qualcosa, trovatelo» ha ripetuto, sgomenta e provata, ai poliziotti la donna, madre di quattro figli, una vita spesa per i suoi affetti e per la cura dell’abitazione a Casal Monastero. Una villetta a schiera piena di verde quella della famiglia Del Grosso, in un quartiere di periferia sì ma decoroso e pulito a nord-est della Capitale. A due passi però dal «Bronx» romano, il rione di San Basilio in mano ai clan e agli spacciator­i.

«Valerio è un ragazzo perbene, normale e gentile» ripetono i vicini di casa e i datori di lavoro del ventunenne, i titolari della pasticceri­a «Sabina» dove stava imparando a diventare cuoco. «Giovanna è una madre attenta, ha sempre seguito molto i figli, e adesso fa lo stesso con la nipotina appena arrivata — racconta la vicina di casa, Aurelia —. Non posso credere a quello che è accaduto, ci eravamo viste solo sabato scorso, come sempre abbiamo parlato dei figli e del loro futuro».

Nel giardino della casa dei Del Grosso ci sono ancora i panni stesi ad asciugare, i giocattoli sparsi davanti all’ingresso. Da quando è nata la bambina, tutta la famiglia si dedicava ad accudirla. E mamma Giovanna, come raccontano adesso i vicini, cercava di aiutare il figlio, tentava di insegnargl­i il lavoro di genitore.

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L’arma usata per colpire Anastasiya
La mazza L’arma usata per colpire Anastasiya

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