Corriere della Sera

Il pastore di Bereguardo-zelata ha due figli e quattro nipoti «Ordinato da vedovo. Ma ancora oggi mi sento sposato con Gabriella»

Angelo Curti

- Di Stefano Lorenzetto

Se a celebrare la messa delle 8.30 è un ex sindaco, appare logico che ad aprire e chiudere le porte dell’oratorio di San Zeno sia un altro ex sindaco. Don Angelo Curti è stato primo cittadino di Giussago dal 1996 al 2000, «con il Ppi, mi pare, o si chiamava ancora Dc?». Il sacrista Pierluigi Valli, democristi­ano anche lui, ha ricoperto lo stesso incarico per due mandati a Bereguardo negli anni Novanta. Siamo nel Pavese e qui, dove i ruoli di don Camillo e Peppone sono fusi in un’unica persona, il prete non vuole essere chiamato parroco («di Bereguardo e Zelata sono solo l’amministra­tore parrocchia­le: significa che posso dimettermi in qualsiasi momento ma non avevo l’obbligo di farlo a 75 anni, compiuti a marzo, ergo resterò fino a che lo vorrà il buon Dio») e il sagrestano ci tiene a non esser scambiato per un chierichet­to.

È un sacerdote speciale, don Angelo, e non certo perché prima della talare ha indossato la fascia tricolore ed è andato in pensione nel 1994 come responsabi­le di Aem (oggi A2A) per l’ammodernam­ento della rete elettrica di Milano. Semmai lo è per altri motivi: ha avuto una moglie per 37 anni e ha procreato due figli, che lo hanno reso nonno di quattro nipoti. «La contessa Giulia Maria Mozzoni Crespi mi chiama “il prete vedovo”», sorride.

La promotrice del Fondo ambiente italiano, ex proprietar­ia del «Corriere della Sera», è una sua parrocchia­na?

«Sì. Siamo stati un intero pomeriggio a parlare di tutto, seduti nell’erba della sua tenuta agricola. A 96 anni ha ancora tanta voglia di vivere e di fare».

«Di tutto» significa anche di Dio?

«Gesù Cristo le va bene, la Chiesa un po’ meno. A volte viene a messa alla Zelata, senza farsi vedere. Sta in disparte».

Come si chiamava sua moglie?

«Gabriella Palladini. Ci sposammo nel 1971. Io avevo 27 anni, lei 25. Il fratello, padre Enzo, ordinato prete nel 1974, missionari­o in Giappone, annegò nel lago Biwa, vicino a Kyoto, durante una gita. Era alto un metro e 90, ci fu restituito in un’urna di pochi centimetri. Sua madre Caterina non voleva crederci: “Non è lui, tornerà”. Lo aspettò fino all’ultimo respiro. È sepolto nel paese dove sono nato. Mi pare quasi d’aver preso il suo posto».

Come conobbe Gabriella?

«Si trasferì nel mio paese quando aveva 18 anni, provenient­e dalla Lomellina. Frequentav­amo lo stesso gruppo parrocchia­le. A quel tempo non volevo saperne di legami stabili. Ero un tipo vivace».

La sua vivacità come si estrinseca­va?

«Simpatie femminili. Ne ho avuta più d’una. Finita la naia nella cavalleria corazzata, ho capito che era la donna giusta per me. Nel 1968 ci fidanzammo ufficialme­nte. Lavorava a Milano, in un negozio di ricambi per auto. Poi, nel 1970, fu assunta in Montedison».

Quando si ammalò?

«Nel dicembre 2007. Avvertì forti dolori a una gamba. La diagnosi fu terribile: sarcoma di Ewing. Negli adulti è un tumore raro, aggredisce le ossa lunghe. Fingeva di non soffrire. Fu un calvario. In quell’anno, trascorso sperando nella guarigione, posso dire che diventammo una sola carne, come dice il Vangelo. Le chemiotera­pie si rivelarono inutili, ma io la incoraggia­vo: “Se resterai in carrozzell­a, ti porterò al mare. La vita è bella anche così”. E lei l’aveva accettata».

Invece sopraggiun­se la morte.

«Il 9 dicembre 2008, festa di san Siro. Aveva intorno tutta la famiglia. Sapeva di essere alla fine, ma era lei a confortare noi. Se n’è andata come un passerotto».

Suppongo che non parlaste mai della decisione di farsi prete.

«È così. Sarebbe equivalso a dirle che

Tuttora porto al dito la fede nuziale. Penso che il celibato sacerdotal­e finirà. Un angelo visitò mia moglie agonizzant­e

stavo per rimanere vedovo. Ma due giorni prima del decesso accadde un fatto inspiegabi­le. Mentre ero seduto in corridoio, assorto nei miei cupi pensieri, comparve una signora in camice bianco. Mi chiese: “Lei è il marito? Posso entrare?”. Feci un cenno di assenso. S’intrattenn­e per alcuni minuti al capezzale di Gabriella. All’uscita mi disse: “Non si preoccupi. Vedrà che non soffrirà. Il Signore vi aiuterà. Lei starà bene”. Frastornat­o, pensai: ma che cosa sta farnetican­do questa qui? Cercai di capire chi fosse, però alla clinica Humanitas nessuno la conosceva, tanto che conclusi: be’, esistono anche gli angeli. A due mesi dal decesso, mentre ero a casa di mia figlia sul Gran Paradiso, squillò il cellulare: era lei. Un’avvocata penalista con studio in piazzale Loreto a Milano, una volontaria. Le chiesi: perché infilò solo la porta della camera 4, dove c’era mia moglie? Mi rispose: “Sentivo di dover entrare lì”».

Che cosa le fa credere che esistano gli angeli?

«Sono nato in una famiglia religiosis­sima. La prima catechista è stata mia madre. È ancora viva, ha 97 anni. Io ne avevo 3 quando m’insegnò la preghiera che ancora oggi recito ogni sera prima di addormenta­rmi: “Gesù, Giuseppe e Maria vi dono il cuore e l’anima mia”. Da lei e da papà, un contadino, ho imparato anche l’amore per i poveri. Da bambino chiedevo alla mamma, piangendo: ce l’hai il pane da dare ai viandanti senza cibo? Se passavano in mia assenza, li rincorrevo per portarglie­lo».

La politica fu il suo modo per continuare ad aiutarli.

«Non diceva Paolo VI che è la più alta forma di carità? Ma diventai sindaco solo per sostituire Paolo Ferrari, morto d’infarto a 48 anni durante il cenone di san Silvestro del 1995. Ero il suo vice».

E l’altra vocazione come maturò?

«Morta mia moglie, mi dedicai all’assistenza degli anziani: visite nei ricoveri, lavori domestici, disbrigo di pratiche burocratic­he. Ma di notte non riuscivo a dormire. Pregavo il Signore: che cosa vuoi da me?, dimmelo e io lo faccio. Ne parlai con mio fratello prete, don Armando, parroco a Binasco, che m’indirizzò all’istituto superiore di scienze religiose. Decisivo fu l’incontro con l’allora vescovo di Pavia, Giovanni Giudici, già segretario del cardinale Carlo Maria Martini. Fu lui a ordinarmi prete, il 14 giugno 2014».

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