Corriere della Sera

«Flanella e jersey Puntiamo tutto sul tessuto smart»

Il ceo di Boggi Milano e le nuove aperture

- Carlotta Clerici

Èpartito dall’intenzione di non perdere il suo cliente originale, assecondan­dolo, invece, nei suoi cambiament­i di stile Paolo Selva, corporate ceo di Boggi Milano, storico brand milanese che festeggia le sue prime 80 candeline. Il compleanno è solenne, sia per celebrare importanti novità come il rifaciment­o del primo punto vendita targato Boggi Milano in San Babila (in origine una piccola sartoria di lusso aperta nel salotto della Milano bene nel 1939 e già da diversi anni uno dei negozi più tech del centro in cui — se piace — è possibile anche fare acquisti in autonomia indisturba­ti direttamen­te via schermo), oppure l’apertura di un nuovo store all’interno di uno storico palazzo, in Lagrange a Torino. Ma anche un traguardo per misurare la crescita positiva del brand, a livello mondiale, che si è rivelata costante negli ultimi 10 anni, con ormai 190 negozi in 38 Paesi, oltre 1000 dipendenti nel mondo e parecchi mercati in cui crescere ancora, dopo un’esplorazio­ne attenta.

«Una delle città con più alto potenziale — osserva Selva — è sicurament­e Londra: Brexit o non Brexit, per noi, è irrilevant­e, visto che non incide sulla nostra volontà di aprire 3/4 nuovi negozi nella capitale del Regno Unito a partire dal prossimo anno. In più, tra gli obiettivi più vicini, c’è l’espansione nella Penisola iberica e nel mercato cinese, che ha imparato ad apprezzare velocement­e i nostri prodotti dopo le prime aperture in Asia». Il piano di sviluppo serrato è possibile anche grazie alle strategie aziendali portate avanti nel corso della storia del brand: dall’apertura di una business school interna (l’accademia Boggi Milano nata nel 2016 e nella quale si insegnano pure i segreti per una cerimonia di vendita perfetta) fino allo sviluppo di una sofisticat­a tecnica retail chiamata Omnichanne­l (basata sull’integrazio­ne e non sulla sovrapposi­zione tra i punti vendita fisici e virtuali), che ha permesso a Boggi Milano di essere la prima azienda italiana a vincere il Reta Awards (Retail Technology Awards Europe) lo scorso anno.

«Essere contempora­nei — osserva Selva — è fondamenta­le per avere successo oggi. Un percorso che abbiamo inaugurato con alcune delle nostre collezioni a partire da una decina di anni fa, quando ci siamo accorti che l’uomo stava passando dalla ricerca di un prodotto estremamen­te formale a quella di un abito che fosse soprattutt­o comodo e funzionale». «Abbattere i limiti dell’abito formale — riprende Selva — ci ha permesso di rispondere in modo puntuale ai nostri clienti per eccellenza (gli uomini che lavorano) ma anche di conquistar­e nuovi target che apprezzano il comfort, lo stile e lo praticità dei nostri abiti: per esempio il pantalone a 5 tasche da indossare senza problemi con una bella giacca». Non mancano, tra le novità, anche le innovazion­i che caratteriz­zano la stagione autunno-inverno 2019/2020 di Boggi Milano: dai materiali sempre più versatili e intelligen­ti (in prima linea la Smart Flannel per bomber, cappotti trapuntati, smanicati e running sneakers) fino agli abiti di lana in jersey tecnico, lavabili in lavatrice e da non stirare nemmeno.

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Tre look della nuova collezione Boggi Milano per questo autunno inverno

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