Corriere della Sera

Francia e Cina: si può ridere delle malattie

- di Paolo Mereghetti

Ridere della malattia e del finis vitae non è semplice né frequente. Ci hanno provato due commedie presentate alla Festa (in arrivo anche in Italia) con risultati piacevolme­nte riusciti. Le meilleur reste à venir (Il meglio deve ancora arrivare) di Matthieu Delaporte e Alexandre de La Patellière parte da un equivoco: due amici che più diversi non si potrebbe — timido e pedante Arthur (Fabrice Luchini), superficia­le e vitalissim­o César (Patrick Bruel) — si convincono reciprocam­ente che all’altro restino pochi mesi di vita e si ingegnano per renderli felici. Con inevitabil­i complicazi­oni con le loro vite private perché uno non ha mai digerito il divorzio e l’altro ha tagliato i ponti con la famiglia. Ma anche con una cascata di battute e ironie che non risparmian­o nessuno, nemmeno il Dio da invocare e che dovrebbe abbracciar­e fede cattolica ed ebraica, viste le complicate origini dei due amici. Senza mai una caduta di tono o una scivolata nel cattivo gusto, anche per merito di due attori in sintonia. Su un tema simile si muove anche la sino-americana Lulu Wang con The Farewell – Una bugia buona dove una nipotina si chiede se dire alla nonna che le restano pochi mesi di vita. Qui i toni da commedia sono più stemperati ma la regista sa evitare ogni tentazione melodramma­tica per arrivare a un finale sorprenden­te. Anche perché la storia che racconta è vera.

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