Corriere della Sera

Gli inglesi provano a battere i migliori

Rugby, oggi la semifinale con gli All Blacks

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La prima del ranking sportivo contro la prima nella classifica dei ricavi. Nuova Zelanda-inghilterr­a è anche questo e da questo nascono tormentoni che gli stessi protagonis­ti contribuis­cono a tenere vivi. Il c.t. dei neri Steve Hansen, per esempio, prima dell’unico faccia a faccia negli ultimi 5 anni giocato a Twickenham (16-15 per gli All Blacks) propose agli inglesi di dividere l’incasso e anche mercoledì li ha accusati di essere stati i primi nemici del tentativo (abortito) di riforma del calendario internazio­nale di World Rugby che aveva lo scopo di portare nell’emisfero sud una parte dei quattrini che il rugby produce nell’emisfero nord.

Gli inglesi, ovviamente, non hanno mai preso in consideraz­ione l’ipotesi di allargare la partecipaz­ione agli utili, e Eddie Jones, il c.t., anche per via del sangue australian­o (del papà, la mamma è giapponese), non perde occasione per sparare sugli All Blacks. Accuse semiserie di spionaggio («qualcuno ha filmato i nostri allenament­i dal palazzo di fronte»), battute scontate («i giornalist­i neozelande­si sono tifosi con la tastiera») o irridenti («La haka? Per me che cantino gli All Blacks o le Spice Girls è uguale») perché tutto fa brodo per provare a destabiliz­zare i favoriti della Coppa del Mondo.

Del resto Jones, il Mourinho del rugby, si è assunto un bell’impegno quando, quattro anni fa, prese possesso della Nazionale della Rosa reduce dalla clamorosa eliminazio­ne ai gironi nel Mondiale di casa: «Il nostro obiettivo

Attacco Beauden Barrett (sopra), 28 anni, il talento più limpido della Nuova Zelanda, mette a dura prova la difesa irlandese. Manu Tuilagi, 28 anni, tre quarti inglese da 114 chili di origine samoana, carica la linea australian­a (Afp, Getty Images)

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