Corriere della Sera

Dopo gli addii dei grandi, riecco la Coppa del Mondo

Brignone parte in prima fila Goggia dalle retrovie È già un’occasione gigante

- Flavio Vanetti

SOELDEN Fa un certo effetto sapere che Sofia Anna Vittoria Goggia avrà il pettorale numero 64 (su 66 partenti: davanti a lei perfino Karoline Pichler, al rientro dopo quattro anni rovinati da incidenti) oggi nel gigante che apre la Coppa del Mondo orfana di grandi firme quali Lindsey Vonn, Marcel Hirscher e Aksel Lund Svindal. Il gigante, la disciplina che tre anni fa l’ha fatta conoscere, regalandol­e con il bronzo iridato del 2017 la prima gioia della carriera: lo sci proprio non fa sconti a nessuno. Ma Sofia abbozza serena: «Succede: l’anno scorso, a causa dell’infortunio, ho perso un sacco di punti nel ranking. Parto in coda, ma quanto prima conto di riprenderm­i il posto nelle prime trenta». Intanto il messaggio vale pure per lei: ragazze, provateci. È l’approdo del discorso di Gianluca Rulfi, d.t. del gruppo élite femminile: «Dovremo buttarci giù a manetta: con sole e pista perfetta non ci saranno scuse. Allargo il concetto alla stagione: non accetterò che la squadra non si esprima secondo il suo potenziale. In gigante avevamo una piccola “valanga rosa”: ora si è un po’ fermata, ma possiamo recuperare».

Lancia in resta, allora, anche perché mancano 16 delle prime 45 del ranking, partendo dalle superstar Ragnhild Mowinckel e Anna Veith. E se Mikaela Shiffrin, Petra Vhlova e Tessa Worley (prima nel 2018 in una giornata da lupi) sono saldamente appollaiat­e sul podio del pronostico, è indiscutib­ile che le nostre siano in grado di inserirsi. Il discorso riguarda in primis Federica Brignone, un anno fa seconda ma qui già vincitrice nel 2015: «Sento di poter scendere più a cuor leggero rispetto al passato» dice Fede, spiegando che il cuor leggero si lega al fatto di essere reduce da una proficua estate di lavoro. Avrà il pettorale 6, un numero prima di Marta Bassino, riportata nel primo gruppo da defezioni di vertice. Una buona ragione per ricambiare l’aiutino della sorte e per riannodare una storia sportiva andata un po’ sfilaccian­dosi: «Tre anni finivo sul podio. Ecco, vorrei ritrovarlo».

La parola ora passa alla neve, anzi al fondo duro del ghiacciaio del Rettenbach. È previsto il sole, il caldo è anomalo (6 gradi a 3.000 metri) ma potrebbe fare più danni domani nella prova maschile. È tempo di cominciare e di verificare, appunto, come ci si sente senza quei totem. Però sul fronte femminile c’è una Shiffrin che con 60 vittorie in Coppa ad appena 24 anni (più medaglie di ogni razza) pone una domanda semplice: perché parlare sempre della Vonn, che tra poco lei spazzerà via? Quesito sensato, ma la risposta è che Lindsey era un gran personaggi­o e Mikaela ancora deve diventarlo. In fondo è lo stesso limite di Marcel Hirscher, che l’austria ha amato ma non ha adorato. Mancherà? «Magari ai tifosi e ai giornalist­i, di sicuro non a noi suoi avversari» ridacchia Manfred Moelgg, inossidabi­le veterano azzurro. C’è chi ha calcolato che in ogni gara si è liberato un posto fisso sul podio: a ben pensarci, è vero.

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Federica Brignone, 29 anni, e Sofia Goggia, 26: entrambe le azzurre puntano al podio a Soelden
Cariche Federica Brignone, 29 anni, e Sofia Goggia, 26: entrambe le azzurre puntano al podio a Soelden
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(Epa, Afp)

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