Juve bloccata a Lecce L’inter manca il sorpasso
Mano in area di De Ligt, pari dei giallorossi Sarri: «Leggerezza e manca la cattiveria»
LECCE De Ligt e castigo. Un tocco di mano in area del difensore olandese, il terzo nelle ultime tre partite, stavolta non solo è da rigore, ma costa alla Juventus due punti gettati clamorosamente a Lecce, contro una squadra ben costruita e dal grande cuore, ma che in casa non aveva ancora fatto risultato. Non le costa però il primo posto in classifica, perché l’inter fallisce il controsorpasso: la gerarchia in testa resta quindi quella stabilita dallo scontro diretto di San Siro, vinto dalla Juve.
Se l’unica squadra che si autoproduce la maglietta di gioco (con un proprio marchio) ferma il colosso che ha appena raggiunto, solo per gli sponsor sulla casacca, quota 100 milioni bonus compresi, non è certo solo colpa di De Ligt o dell’assenza di Ronaldo, «che aveva bisogno di riposo, anche mentale» come spiega Sarri: dopo il vantaggio di rigore con Dybala, la Signora tutta vestita di bianco pensa che il lavoro sporco sia alle spalle. E si sbaglia di grosso. Perché il Lecce reagisce e a sua volta trova il jolly in area per il tocco di mano di De Ligt, senza sprecarlo con Mancosu. Per poi difendersi trattenendo il fiato.
La Juve stavolta è vittima della sua stessa rivoluzione: quando gioca e crea così tanto si autoconvince che prima o poi il gol arriverà, soprattutto contro avversari affrontati con un po’ di puzza sotto il naso. E guarda caso, sempre alle 15, come a Firenze. Ma quando – oltre ai riflettori – si spegne anche l’antica spietatezza allora lo specchio in cui Madama si rimira finisce per appannarsi: «C’è un pizzico di leggerezza sulle palle gol, una decina, e nella gestione del vantaggio. Ed è mancata anche un po’ di cattiveria – sottolinea l’allenatore – : il pensiero che giocando così poi arrivi la vittoria non si deve insinuare nella nostra testa. La classifica? Guardarla ora, oltre che inutile è dannoso».
Quasi come non avere un guerriero come Manduzkic per scelta societaria. Senza Ronaldo, una punta di riserva vera e propria non c’è. Con i cambi già esauriti si fa pure male Higuain per una gomitata fortuita di Gabriel: per lui, uscita in barella solo al fischio finale e punti di sutura, dopo una decina di minuti in campo col turbante.
L’assenza che però incide di più nell’ultima mezzora è quella di Pjanic, che abbandona per un problema muscolare: senza di lui non è nemmeno vero che ci sia molto di buono di cui vantarsi, a livello di giocate e di manovra. Coppola, che sostituisce Liverani squalificato, rinforza l’asse verticale della squadra, immette fisicità a centrocampo e ringrazia Gabriel e Lucioni, che guidano la difesa del Lecce, pancia a terra al di là del guado. Non sarà un romanzo russo, però è una storia che la Juve farà bene a tenere a mente.