L’apertura del Sinodo ai sacerdoti sposati
Il documento: sacerdozio per i diaconi con famiglia. Ora deciderà il Papa
Sì al sacerdozio dei diaconi permanenti sposati. Per la prima volta la «proposta» compare in un testo ufficiale della Chiesa, al termine del Sinodo per l’amazzonia.
CITTÀ DEL VATICANO Uomini sposati da ordinare preti per compensare la mancanza di clero.
In Amazzonia lo chiedevano da anni, se ne parlava da mesi, ma è la prima volta che la «proposta» compare nero su bianco in un testo ufficiale della Chiesa, il documento conclusivo del Sinodo Panamazzonico votato ieri: «Proponiamo di stabilire criteri e disposizioni, da parte dell’autorità competente, per ordinare sacerdoti uomini idonei e riconosciuti dalla comunità, che abbiano un diaconato permanente fecondo e ricevano una formazione adeguata per il presbiterato, potendo avere una famiglia costituita e stabile, per sostenere la vita della comunità attraverso la predicazione della Parola e la celebrazione dei sacramenti nelle zone più remote della regione amazzonica».
Alla fine deciderà il Papa, nei prossimi mesi scriverà un’«esortazione post-sinodale» per fare il punto, «la vorrei consegnare entro fine anno, dipende dal tempo che ho per pensarci». Già il cardinale Christoph Schönborn, molto vicino a Francesco, invitava alla «prudenza» e spiegava al Corriere: «Prima si deve cominciare con i diaconi permanenti, poi si vedrà». Tra l’altro il testo non parla di uomini «anziani» sposati, come di solito si fa nel parlare dei «viri probati», e dice che devono essere già diaconi permanenti. Questione delicata, e infatti il paragrafo (i padri sinodali hanno votato il documento punto per punto: tutti approvati a maggioranza assoluta) è quello che ha avuto più voti contrari, 41 contro 128 a favore. La maggioranza era scontata, anche perché la richiesta arrivava dai padri amazzonici: due terzi dell’assemblea.
Al contrario di quanto credono molti, peraltro, nella Chiesa cattolica esistono già dei preti sposati con figli. La disciplina monastica del celibato vale nella Chiesa latina, ma nelle Chiese cattoliche orientali non c’è obbligo. Un’altra eccezione è dovuta a Benedetto XVI, attraverso la costituzione apostolica Anglicanorum coetibus del 4 novembre 2009: permetteva a gruppi di anglicani, compresi sacerdoti con famiglia, di rientrare nella Chiesa Cattolica.
E poi c’è la questione femminile. Escluso dal magistero dei Papi il sacerdozio, Francesco ha spiegato che l’ex Santo Uffizio «approfondirà» il tema del diaconato delle donne «che già esisteva nella Chiesa primitiva» e che «riconvocherà» la commissione di studio. Per il momento il Sinodo si limita a chiedere di riconoscere alle donne i ministeri del «lettorato» e dell’«accolitato», introdotti per i laici da Paolo VI nel ’72.
Al centro del testo resta la necessità di una «conversione integrale» per ascoltare «il grido della terra e dei poveri» di fronte alla distruzione che minaccia il futuro del pianeta. Francesco ha citato «il movimento dei giovani, Greta e gli altri: i ragazzi portavano un cartello con scritto “il futuro è nostro”, hanno consapevolezza del pericolo ecologico». E ha lanciato una frecciata alle «élite cattoliche» che «andranno a cercare le cosette e si dimenticheranno del grande».