Corriere della Sera

I malpancist­i lo pressano E il risultato avrà un peso

● Luigi Di Maio

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Se Bianconi riuscisse a battere Donatella Tesei, Di Maio si toglierebb­e dall’imbarazzo di imprimere l’ennesima svolta al Movimento di cui è capo politico. L’alleanza PD-M5S diventereb­be un fatto, le due forze correrebbe­ro insieme in Calabria e in Emiliaroma­gna, il ministro degli Esteri scegliereb­be il candidato a governator­e della prima e lascerebbe al partner quello della seconda. Sia chiaro, tutto questo può succedere anche dopo una sconfitta; ma il prezzo, soprattutt­o tenendo conto del verosimile riaccender­si del dibattito interno, incrocereb­be un percorso più complicato. Con la vittoria in Umbria, però, Di Maio dovrebbe assistere all’ennesimo passo compiuto da Conte verso la leadership della coalizione. D’altronde, è stato lui a pretendere che figurasse nella foto di Narni. Il fallimento dell’esperiment­o umbro esporrebbe Di Maio di fronte al fuoco di fila dei malpancist­i che non vedono di buon occhio l’alleanza col Pd. Dall’ala ortodossa rimasta fuori dai banchi dell’esecutivo gialloross­o (Nicola Morra, Paola Taverna), ai bocciati dell’esperienza gialloverd­e (Barbara Lezzi, Danilo Toninelli), passando per i critici che hanno un certo peso (Max Bugani) e agli outsider (Alessandro Di Battista). Certo, il capo politico assistereb­be a una battuta d’arresto dell’ascesa di Conte, che potrebbe non dispiacerg­li. Ma, per lui, l’autostrada da qui a Natale si trasformer­ebbe in una mulattiera piena di insidie.

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