Tra direzioni e riforma Il piano 5 Stelle per rifare la Rai
Si moltiplicano le battaglie del Movimento 5 Stelle per cambiare volto alla Rai. Dopo lo sblocco del piano industriale dell’ad Fabrizio Salini, da parte del ministro grillino dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, il M5S si sta muovendo per conquistare la guida delle direzioni più strategiche, tra cui l’approfondimento giornalistico e l’intrattenimento daytime. Ma intanto, sia Patuanelli che il presidente della Camera, Roberto Fico, hanno rilanciato l’idea di una riforma della governance Rai. Il riferimento alla proposta che giace in Parlamento, primo firmatario Primo Di Nicola, è stato esplicito, un testo che ricalca quello presentato nella scorsa legislatura dallo stesso Fico. Di Nicola ha però bisogno di alleati, per questo ha organizzato un convegno l’8 novembre al Senato dove cercherà l’appoggio di altri partiti. La Rai in «salsa» grillina ha l’ambizione di essere «depoliticizzata»: prevede l’abolizione della Commissione di vigilanza Rai e l’assegnazione delle funzioni all’autorità per le comunicazioni e alle
Incarichi strategici L’approfondimento e l’intrattenimento nel «day time» gli obiettivi dei 5 Stelle
commissioni parlamentari competenti. I consiglieri di amministrazione scendono a cinque e vengono scelti tramite sorteggio da un elenco di candidati con requisiti specifici e di onorabilità, selezionati dall’agcom dopo l’emanazione di un avviso pubblico. I candidati sorteggiati devono ottenere il parere positivo delle commissioni parlamentari, che però possono porre il veto solo con una maggioranza dei 2/3. La scelta di ad e presidente diventa prerogativa esclusiva del cda. Si introduce la trasparenza degli stipendi di dirigenti, collaboratori, consulenti ma anche dei criteri di assegnazione degli appalti. Viene inserito infine lo spoils system dei dirigenti assunti dall’esterno mentre il tetto dei 240 mila euro viene esteso a tutti gli stipendi.