Il successo è non cedere altro terreno al Carroccio
● Silvio Berlusconi
La partita di Silvio Berlusconi non è dissimile da quella di Renzi. Vincerebbe di più se la sua coalizione perdesse. Il consolidamento della leadership salviniana derivante da una vittoria di Donatella Tesei non sarebbe la miglior notizia con cui inaugurare la settimana prossima, ad Arcore. Una Lega vincente anche quando esprime il candidato governatore (non era successo né in Abruzzo, né in Piemonte, né in Basilicata e nemmeno in Sardegna) vorrebbe dire una sola cosa. Che Forza Italia dovrebbe attrezzarsi a cedere anche quel poco di sovranità residua. Attenzione alla distribuzione del consenso: all’ultimo voto umbro, quello delle Europee di maggio, FI (6,4%) era arrivata dietro FDI (6,6). L’incrementarsi della forbice trasformerebbe il partito in una polveriera e riporterebbe d’attualità il dibattito sulle possibili fuoriuscite. Con la sconfitta della leghista Tesei, invece, Berlusconi avrebbe buon gioco a segnalare che il centrodestra vince solo quando esprime una leadership non sovranista. Rispetto all’eventuale consolidamento del terzo posto nella coalizione, per un partito abituato da un quarto di secolo a essere il primo, sembra una cura palliativa che però, in attesa di tempi migliori, è comunque meglio di nessuna cura. Altro rischio: che si vinca o che si perda, una delle due ali che si contendono il dibattito sul futuro in FI — quella filosalvini, quella Lega-scettica — lunedì alzerà la voce.