La disfida dei consensi per staccare Forza Italia
● Giorgia Meloni
Un anno fa, quando la linea dei Fratelli d’italia appariva troppo simile nei modi e nei toni a quella di Salvini, in pochi erano pronti a scommettere su un futuro roseo per il partito di Giorgia Meloni. Poi, però, la scelta della Lega di varare il governo con il M5S ha cambiato le carte in tavola e, voto dopo voto, la formazione dell’ex ministra della Gioventù, rimasta sempre all’opposizione, s’è assicurata i galloni di seconda forza del centrodestra. Al voto di oggi, l’attenzione sarà soprattutto sul consenso della lista rispetto a quello di Forza Italia. Cinque mesi fa, in Umbria, la differenza era un piccolissimo 0,1. Stasera a quanto potrebbe arrivare, soprattutto in caso di vittoria di Donatella Tesei? Se poi il risultato di FDI si rivelasse decisivo per la vittoria della candidata leghista, Meloni incasserebbe il jackpot pieno. L’obiettivo di breve periodo — diventare la numero due della nuova destra italiana — sarebbe in cassaforte. Meloni è come se giocasse una partita indipendente dalle sorti di Tesei. Se pure la candidata della Lega perdesse, difficile immaginare un’atmosfera improntata alla disperazione nelle segrete stanze del quartier generale di FDI. Ciò che conta è il consenso alla lista. Quanto sarà aumentato o ridotto lo scarto da Salvini e dalla Lega, quanti voti in più o in meno ci saranno rispetto alle Europee, quanto sarà la distanza da Forza Italia. Dall’umbria, Meloni e compagnia, hanno da chiedere queste tre cose.