Corriere della Sera

Studentess­a denuncia: scaricata dal taxi, poi la violenza

Milano, stava tornando al campus universita­rio. «Un uomo armato di coltello voleva rapinarmi»

- Cinzia Leone (M5S) (foto Ansa) Andrea Galli

MILANO Era armato di un coltello, voleva rapinarla. La 18enne, studentess­a universita­ria di Medicina, non aveva più neanche un centesimo. Quell’uomo, del quale la ragazza ha saputo fornire scarni dettagli, l’ha bloccata e violentata.

Lei era priva di denaro in quanto, poco prima, aveva consegnato tutto a un tassista e non era bastato, poiché a fronte della mancata copertura della corsa, la sproposita­ta cifra di 70 euro, l’aveva lasciata a piedi due chilometri prima della destinazio­ne, una strada poco battuta, con vaste

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Si tratta di un messaggio che denota assenza di sensibilit­à e alimenta una cultura deleteria in ogni senso

aree verdi nelle vicinanze, che porta al campus dell’istituto clinico Humanitas.

La residenza con l’alloggio della vittima è nello studentato di via Rita Levi Montalcini. La fine del viaggio sul taxi coincide con via Grandi, davanti al «Burger King», nel territorio di Rozzano. Sul caso indagano i carabinier­i. Non mancano punti oscuri e ostacoli. Dapprima, partendo dall’inizio della storia, che viene raccontata secondo la stessa denuncia presentata dalla 18enne, ci sarebbe stata una serata nel ristorante «55 Milano», in via Piero della Francesca,

a Milano, zona Sempione. Intorno alla mezzanotte di venerdì, la studentess­a sarebbe uscita da sola dal locale e avrebbe fermato un taxi direttamen­te dal marciapied­e, con un gesto, elemento quest’ultimo che rende difficile risalire al conducente, in quanto mancano tracce di prenotazio­ni alla centrale dei taxi: una chiamata avrebbe subito svelato la sigla identifica­tiva della vettura. Da Milano all’hinterland sud, il secondo snodo decisivo ci porta al «Burger King», a due chilometri abbondanti di distanza dal cancello del campus. Possibile

La vicenda

● I carabinier­i indagano sulla denuncia di una 18enne

● La ragazza ha detto d’esser stata violentata mentre tornava nel campus dell’humanitas

che il tassista, venendo meno alla propria coscienza, per una manciata di euro abbia abbandonat­o una ragazza al suo destino, verso un angolo buio, di sera deserto? Il terzo e conclusivo snodo è rappresent­ato dal punto della presunta violenza, che non è protetto da telecamere che possano aver ripreso lo stupro nella totalità oppure parzialmen­te, e in aggiunta l’arrivo e l’allontanam­ento dell’aggressore, che potrebbe anche essere uno di quelli che nelle aree verdi dormono in giacigli improvvisa­ti e trascorron­o l’esistenza nell’attesa di prede.

Dal luogo dell’aggression­e l’universita­ria è andata, sempre a piedi, al pronto soccorso dell’humanitas. Ha raccontato quello che era successo e il personale, come da prassi, ha deciso l’immediato trasferime­nto nel centro anti-violenze della clinica Mangiagall­i. In base a notizie, emerse peraltro in tempi troppo rapidi rispetto al completame­nto degli accertamen­ti, e girate nei corridoi della Procura, il personale avrebbe confermato l’avvenuto stupro a causa di incontrove­rtibili ferite.

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