Studentessa denuncia: scaricata dal taxi, poi la violenza
Milano, stava tornando al campus universitario. «Un uomo armato di coltello voleva rapinarmi»
MILANO Era armato di un coltello, voleva rapinarla. La 18enne, studentessa universitaria di Medicina, non aveva più neanche un centesimo. Quell’uomo, del quale la ragazza ha saputo fornire scarni dettagli, l’ha bloccata e violentata.
Lei era priva di denaro in quanto, poco prima, aveva consegnato tutto a un tassista e non era bastato, poiché a fronte della mancata copertura della corsa, la spropositata cifra di 70 euro, l’aveva lasciata a piedi due chilometri prima della destinazione, una strada poco battuta, con vaste
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Si tratta di un messaggio che denota assenza di sensibilità e alimenta una cultura deleteria in ogni senso
aree verdi nelle vicinanze, che porta al campus dell’istituto clinico Humanitas.
La residenza con l’alloggio della vittima è nello studentato di via Rita Levi Montalcini. La fine del viaggio sul taxi coincide con via Grandi, davanti al «Burger King», nel territorio di Rozzano. Sul caso indagano i carabinieri. Non mancano punti oscuri e ostacoli. Dapprima, partendo dall’inizio della storia, che viene raccontata secondo la stessa denuncia presentata dalla 18enne, ci sarebbe stata una serata nel ristorante «55 Milano», in via Piero della Francesca,
a Milano, zona Sempione. Intorno alla mezzanotte di venerdì, la studentessa sarebbe uscita da sola dal locale e avrebbe fermato un taxi direttamente dal marciapiede, con un gesto, elemento quest’ultimo che rende difficile risalire al conducente, in quanto mancano tracce di prenotazioni alla centrale dei taxi: una chiamata avrebbe subito svelato la sigla identificativa della vettura. Da Milano all’hinterland sud, il secondo snodo decisivo ci porta al «Burger King», a due chilometri abbondanti di distanza dal cancello del campus. Possibile
La vicenda
● I carabinieri indagano sulla denuncia di una 18enne
● La ragazza ha detto d’esser stata violentata mentre tornava nel campus dell’humanitas
che il tassista, venendo meno alla propria coscienza, per una manciata di euro abbia abbandonato una ragazza al suo destino, verso un angolo buio, di sera deserto? Il terzo e conclusivo snodo è rappresentato dal punto della presunta violenza, che non è protetto da telecamere che possano aver ripreso lo stupro nella totalità oppure parzialmente, e in aggiunta l’arrivo e l’allontanamento dell’aggressore, che potrebbe anche essere uno di quelli che nelle aree verdi dormono in giacigli improvvisati e trascorrono l’esistenza nell’attesa di prede.
Dal luogo dell’aggressione l’universitaria è andata, sempre a piedi, al pronto soccorso dell’humanitas. Ha raccontato quello che era successo e il personale, come da prassi, ha deciso l’immediato trasferimento nel centro anti-violenze della clinica Mangiagalli. In base a notizie, emerse peraltro in tempi troppo rapidi rispetto al completamento degli accertamenti, e girate nei corridoi della Procura, il personale avrebbe confermato l’avvenuto stupro a causa di incontrovertibili ferite.