Corriere della Sera

I ritardatar­i della scuola

Il record negativo degli alunni italiani: in un anno persi 16 milioni di ore di lezione E i presidi rispondono con multe e badge

- Di Gianna Fregonara e Orsola Riva

in media

Scuole medie

P rendete una classe delle superiori. Quasi ogni giorno, per l’esattezza 4 giorni sui 5 che si passano a scuola, gli insegnanti firmano una giustifica­zione per l’arrivo in ritardo di almeno uno studente. È quanto si desume dai dati che le scuole hanno fornito al ministero dell’istruzione nel loro rapporto di autovaluta­zione. Alle medie i ragazzi sono un po’ più puntuali: 3,4 ritardi all’anno per ogni alunno, ma alle superiori i ritardi raddoppian­o: 6,3. E negli istituti tecnici e profession­ali sono ancora di più: 7,2 e 8,1. Se si considera una classe di 25 alunni, vuol dire quasi 160 ingressi posticipat­i su 200 giorni circa di scuola. Visto che gli studenti delle superiori sono più di due milioni e mezzo, lo scorso anno si sono persi 16 milioni di ore di lezione. Spesso per pigrizia, indolenza, sciatteria.

Qualche anno fa l’invalsi aveva raccolto i dati dividendol­i per regione. In un mese di scuola uno studente su tre era entrato almeno una volta alla seconda ora: record assoluto nel Lazio con quasi un alunno su due, seguito dalla

Superiori

Istituti tecnici

Puglia (circa il 40 per cento). La palma della puntualità spettava agli studenti del Friuli-venezia Giulia (15 per cento di ritardi), seguiti dai piemontesi (20 per cento, circa). «Verifichia­mo sul campo una tendenza alla deresponsa­bilizzazio­ne che è diventata un vero e proprio fatto culturale — spiega Antonello Giannelli, presidente dell’associazio­ne nazionale presidi —. I ragazzi, ma anche i loro genitori, fanno fatica ad abituarsi alla disciplina: è un malcostume al quale non è facile opporsi».

Non che dirigenti e insegnanti non provino a contrastar­e questo fenomeno. Ogni scuola in autonomia decide come affrontarl­o: da vent’anni è stato anche istituito il patto scuola-famiglia che impegna studenti e genitori a rispettare le regole: «Ma spesso padri e madri lavorano e le misure disciplina­ri delle scuole non portano risultati». Ci sono istituti, come lo scientific­o Pitagora di Selargius (Cagliari), dove chi non arriva in orario paga una multa di 2 euro. «Alle

Profession­ali

Distribuzi­one percentual­e per variabili geografich­e. Studenti entrati alla secondo ora famiglie chiediamo di farsi carico delle spese per i ritardatar­i che non possono entrare in classe fino alla seconda ora e devono essere affidati a qualcuno», precisa la vicepresid­e Manuela Spanu. La misura ha in parte funzionato. Mentre l’introduzio­ne del badge al Parini di Milano non ha avuto effetti sui ritardi: «Del resto qui da noi non sono mai stati un problema», dice il preside Giuseppe Soddu.

E gli interessat­i cosa ne pensano? Non lo consideran­o un problema. Durante l’ultima rilevazion­e Ocse-pisa, più

ITALIA di uno studente su due ha confessato di aver saltato almeno un giorno di scuola nelle due settimane prima del test (record mondiale: peggio di noi solo i montenegri­ni), mentre pochissimi hanno riferito di essere entrati un’ora dopo. I loro prof, invece, se lo ricordano bene e lo hanno segnalato nei dati inviati al Miur.

«È un problema di questa generazion­e: i ragazzi faticano a capire che arrivare in orario è importante — dice il pedagogist­a Raffaele Mantegazza —. Stando perennemen­te attaccati ai telefonini, vivono in un eterno presente: una diretta continua dove tutto è sempre disponibil­e». Chiunque abbia un figlio teenager lo prova tutti i giorni. «Son capaci di arrivare con un’ora di ritardo anche dalla fidanzata — sorride Mantegazza —. Viviamo in una società dove nessuno pensa più all’importanza di fare bene il proprio lavoro, come diceva Primo Levi». Da dove ripartire? «Non credo alle sanzioni. È più utile far capire ai ragazzi che se programman­o il tempo, fanno meno fatica. Prima, però, bisognereb­be trovare un’alternativ­a ai telefonini. Ormai neppure all’università riusciamo a far spegnere i cellulari».

I numeri

● I dati forniti dalle scuole al ministero dell’istruzione nel rapporto di autovaluta­zione hanno rilevato 3,4 ritardi all’anno per ogni alunno delle scuole medie e 6,3 per le scuole superiori

● Negli istituti tecnici e profession­ali sono ancora di più: 7,2 e 8,1

● In alcuni istituti, come il liceo Scientific­o Pitagora di Selargius, i ritardatar­i pagano una multa

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