TE CHNI CO
Technico (s. m.) - Tipo di tessuto che imitava gli arazzi della manifattura di Gobelins sostituendo i fili di seta, oro e argento con canapa, barba di mais e crine di cavallo. Dopo la sconfitta di Sedan e la caduta di Napoleone III (1870), il «technico» (pr. italiana: tennico) permise alla Francia, stremata dal debito di guerra verso la Germania vittoriosa, di arredare sottoprefetture e altri luoghi di rappresentanza a costi minimi. La modestia del materiale mal si prestava alla raffigurazione, come in passato, di cicli storici o mitologici su cartoni di grandi artisti (Raffaello, Rubens ecc.), e le scene prescelte per i «technici» tendevano piuttosto al pastorale e al domestico. Soggetti quali «Idillio sotto le vecchia quercia», «Pecore tra gli ulivi», «Lo sciarpone per il nonnino», si diffusero per tutti i dipartimenti anche in forma di paraventi, copriletti, cortine, tovaglie. «Non c’è più loge di portinaia», notava Edmond de Gouncourt nel 1873, «che non abbia il suo cuscino o il suo abat-jour technico». E popolatissimo divenne un couplet da un’operetta di Offenbach. «Oh, oh, oh, c’est vachement beau, le technico!». La voga ebbe tuttavia breve durata. Quando si constatò che il tessuto stimolava irresistibilmente la voracità dei topi e ne favoriva l’annidata moltiplicazione, il governo vietò l’uso del «technico» in tutti gli edifici pubblici e anche i privati finirono via via per disfarsene. Una poltrona di autentico «technico» ha oggi un discreto valore di antiquariato.