Carlo Cattaneo teorico «glocale» del federalismo
1869-2009 Un convegno a Milano
Nei giorni 30 e 31 ottobre si terrà all’università degli Studi di Milano (Sala Napoleonica, Palazzo Greppi, via S. Antonio 12) il convegno internazionale di studi Cattaneo dopo Cattaneo, che si propone di esaminare il ruolo storico di Carlo Cattaneo (1801-1869), le fasi e le forme del suo impegno civile, i temi della sua riflessione (la storia e la scienza, lo sviluppo economico e la questione sociale, il federalismo e la libertà politica, la civiltà moderna e la pluralità delle culture), attraverso gli studi che su di lui si sono sviluppati.
Il convegno è una delle iniziative del programma per celebrare il grande intellettuale lombardo nel 150° della morte, che include, tra l’altro, la pubblicazione dell’edizione inglese della sua opera Psicologia delle menti associate e di un nuovo volume della edizione integrale dei Carteggi (le Lettere di Cattaneo nel periodo dal 1857 al 30 giugno 1860), l’organizzazione di convegni (come Carlo Cattaneo a Milano al Consiglio comunale di Milano, Carlo Cattaneo ieri e oggi alla Liuc di Castellanza, Carlo Cattaneo e la città a Brescia), conferenze (come gli Incontri all’università della Svizzera italiana), mostre (come quella sui luoghi cattaneani ticinesi), siti informatici, trasmissioni televisive. Il titolo Cattaneo dopo Cattaneo va inteso nel duplice senso di esaminare, da un lato, come le idee di Cattaneo siano state recepite o trascurate, apprezzate o avversate, comprese o travisate, e di accertare, dall’altro, quale influenza abbia esercitato il suo pensiero poliedrico, Carlo Cattaneo «politecnico», in ambiti diversi, dalla filosofia alle scienze applicate, dal diritto alla linguistica, dalla psicologia sociale all’antropologia.
Il convegno intende mostrare come l’eredità di Cattaneo sia sempre stata viva negli ultimi 150 anni, nelle opere dei seguaci più diretti (Jessie White e Alberto Mario, Agostino Bertani), dei fautori di un ritorno a Cattaneo nel secondo dopoguerra (Alessandro Levi, i membri del Comitato italo-svizzero per la pubblicazione della Opera integrale), e dei grandi esponenti della cultura politica dell’«altra Italia» (come la definiva Arturo Colombo): Piero Gobetti, Gaetano Salvemini, Norberto Bobbio. Cattaneo è apparso spesso più un contemporaneo che una voce del passato. E ciò è tanto più vero oggi, nel nostro mondo globale, o meglio «glocale», in cui l’orgoglio municipale deve coniugarsi con l’apertura al mondo.
Si può oggi rendere giustizia a Cattaneo, confutando il luogo comune che lo vorrebbe dipingere come il grande sconfitto del Risorgimento, perché, se è vero che nella costruzione dello Stato nazionale il modello unitario e centralistico ha prevalso sul suo ideale di un’italia federale entro gli Stati Uniti d’europa, è anche vero che in Europa la situazione è diversa, il cammino verso l’integrazione europea procede, sia pur faticosamente, come mostra il voto largamente maggioritario per i partiti europeisti per il Parlamento dell’ue. Ed è anche vero, come ha osservato Mario Boneschi, che «un uomo di pensiero è un vinto solo se le sue idee sono sterili, degne di oblio, utopistiche, ed è vincitore se le sue idee sono feconde, durature al confronto con la realtà; l’incomprensione immediata di un maestro politico è spesso la condizione perché il suo pensiero duri nel tempo, per uno scrittore quello che conta è di essere, come voleva Diderot, una voce oltre la tomba».