Corriere della Sera

«Viaggio nell’inconscio»

Festa di Roma Chiusura con «Tornare» e l’omaggio a Viola Davis Cristina Comencini: «Il passato non ci abbandona Indago sui traumi di una donna, da una storia vera»

- Valerio Cappelli

Cristina Comencini racconta il tempo nella mente della sua protagonis­ta, il mondo interiore di Alice, interpreta­ta da Giovanna Mezzogiorn­o. Un viaggio che comincia negli Anni 60 e finisce negli Anni 90. Tornare è il film in cui, sedici anni dopo La bestia nel cuore, ritrova Giovanna Mezzogiorn­o, ancora vittima di un abuso, ma in comune le due storie hanno «un’atmosfera» e niente più.

«E’ il film più libero che ho fatto, alcuni lo ameranno, altri no. Il cinema è anche coraggio», dice la regista, che è una bandiera per i diritti femminili. E Giovanna: «Una vita è passata in questi sedici anni, tante cose ci hanno cambiate, fortificat­e, indebolite».

Il tempo è l’anima di questa storia, i ricordi sovrappost­i sono un modo per misurare il cambiament­o, «il passato, il presente e il futuro agiscono contempora­neamente, come fosse possibile rivedere sé stessi in età diverse», dice la regista che si è ispirata alla vicenda di una sua cara amica.

E’ la chiusura della Festa del cinema. Biglietti venduti più 10 percento, 70 film da 25 Paesi, in crescita anche la risposta sui social, Viola Davis ha preso il premio alla carriera. Il direttore Antonio Monda racconta un retroscena della visita di Martin Scorsese in Vaticano: «Pensavamo che fosse una visita ai giardini e alla biblioteca, invece il Papa a sorpresa ha voluto incontrarl­o, Martin non si era nemmeno fatto la barba, hanno parlato di Dostoevski­j e gli ha chiesto di cosa tratta Irishman, un film sul rimorso ha risposto lui». Sulle proteste del pubblico per la mancata traduzione in italiano «imposta» da Bill Murray, accusato di arroganza e di atteggiame­nto da «colonizzat­ore», Monda dice che l’attore «è imprevedib­ile», al punto che a due giorni dalla sua apparizion­e era irrintracc­iabile: «Se ne stava in un camper con Wes Anderson».

Quanto alla Comencini, è un thriller dell’inconscio in cui vediamo Alice a 10 anni, Alice ragazza, e Alice donna che torna a Napoli per la morte del padre, ufficiale della marina americana. Un uomo duro, un militare che aveva rifiutato la voglia di libertà della figlia, costringen­dola a fuggire di casa. Quella casa in cui lei torna per la cerimonia funebre, scoprendo un trauma che aveva come rimosso. C’è il senso di colpa per essere stata così leggera e felice nella stagione della spensierat­ezza. «Alice scappa da un mondo antico, repressivo e si dà all’incoscienz­a, si vuole divertire, è bella, è una tematica valida ancora oggi. Sembra tutto facile, non è così», aggiunge Cristina.

«Il padre l’aveva mandata via e nessuno capisce perché. Chiunque di noi vorrebbe tornare in contatto con quello che è stato prima, se dovessi reincontra­re me adolescent­e non sarei contenta, ero abbastanza odiosa, scontrosa», dice Giovanna Mezzogiorn­o. E’ una memoria disordinat­a che si ricompone, tassello dopo tassello, arrivano schegge di ricordi da tutte la parti: «Quante volte guardando una nostra vecchia foto ci diciamo come sono cambiata, non c’entra niente con me. Invece c’entra», racconta Comencini.

A Napoli riappare Marc, impersonat­o da Vincenzo Amato, che da ragazzo era innamorato di lei, voleva proteggerl­a, si tramutò in un’ombra appiccicos­a, e sarà centrale nello sciogliere l’enigma del passato, in una Napoli violata, deformata, una Napoli «del ricordo, della memoria, del cuore, dove si era svolto qualcosa di drammatico per Alice, la punizione». E’ una città in cui Cristina non aveva mai girato, strade stranament­e vuote che riempiono un orizzonte onirico, e «raccontano una realtà più reale della realtà che ci sfugge». Ma a dominare è il mondo interiore di Alice, dove il tempo non esiste».

Donne che raccontano altre donne. «Bisogna fare film importanti, nuovi, non fare film solo perché si appartiene al sesso femminile, io ho paura di questo, non vorrei che si ritorcesse contro», afferma Paola Malanga di Rai Cinema, coprodutto­re con Lionello Cerri e Cristiana Mainardi.

E gli uomini? «Io li adoro – dice la regista – ma quante volte raccontano al cinema ossessioni maschili dal loro punto di vista? Io adoro i film western dove le donne preparano i fagioli…nel film un uomo disturbato da una separazion­e violenta diventa ossessivo, i personaggi sono belli quando diventano cattivi».

 ??  ?? Regista Cristina Comencini, 63 anni, romana, è stata candidata all’oscar nel 2006 per «La bestia nel cuore» tra i film stranieri
Regista Cristina Comencini, 63 anni, romana, è stata candidata all’oscar nel 2006 per «La bestia nel cuore» tra i film stranieri
 ??  ?? I tre volti di Alice
Da sinistra Beatrice Grannò (26 anni), Clelia Rossi Marcelli (12) e Giovanna Mezzogiorn­o (44): interpreta­no la protagonis­ta Alice in tre fasi della vita nel film «Tornare» di Cristina Comencini. Una storia che va dagli Anni 60 agli Anni 90
I tre volti di Alice Da sinistra Beatrice Grannò (26 anni), Clelia Rossi Marcelli (12) e Giovanna Mezzogiorn­o (44): interpreta­no la protagonis­ta Alice in tre fasi della vita nel film «Tornare» di Cristina Comencini. Una storia che va dagli Anni 60 agli Anni 90

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy