Addio a Elic, recitò tra i matti con Nicholson
Con la bandiera cubana
Daniele Silvestri è nato a Roma il 18 agosto 1968. Ha debuttato nella musica nel 1994 e da allora ha pubblicato 9 album (l’ultimo «La terra sotto i piedi»). Durante lo show ha cantato un brano con la bandiera cubana sulle spalle
Era il mitico Bancini, uno degli attori che accompagnano Jack Nicholson in Qualcuno volò sul nido del cuculo: si chiamava Josip Elic ed è morto a 98 anni. Nonostante abbia recitato con giganti come Frank Capra o Ridley Scott, rimarrà per sempre il paziente psichiatrico alto e corpulento che, in Qualcuno volò..., si issa sulle spalle Nicholson e ripete in continuazione «Sono stanco». pubblico), Kurt Cobain, gli attentati di mafia, Tangentopoli, il «Principe di Bel Air» con Will Smith e l’incredula disperazione di Baggio dopo il rigore sbagliato nella finale dei Mondiali del 1994 (applausi). «Alcuni eventi di quegli anni hanno determinato quello che è successo poi e quello che siamo diventati», sottolinea prima del videoracconto che dal 2016 arriva fino a oggi: i migranti, Salvini (sommerso dai fischi), Greta Thunberg e Andrea Camilleri (applausi), l’attentato al Bataclan e il crollo del ponte di Genova per concludersi con l’addio di Totti al calcio. Sventolano le agende rosse in platea quando canta L’appello, dedicato a Paolo Borsellino. «Non dobbiamo smettere di chiedere la verità allo Stato — dice — come Salvatore Borsellino che continua a chiedere la verità per suo fratello». Prima di Le navi commenta: «È diventata sovversiva, per questo mi piace farla». Si va avanti con Gino e l’alfetta, Salirò, La paranza. Si fa dare da un ragazzo in platea una bandiera cubana e la mette sulle spalle per Cohiba: «Un inno alla forza di miti come Che Guevara».
«Sono orgoglioso di questa follia — racconta Silvestri il giorno dopo il concerto — un sogno che ha incontrato la realtà. La terra sul palco è un elemento di conforto. E le zattere simboleggiano la sicurezza di un approdo ma anche la precarietà di un viaggio. Come nella vita: ora siamo tutti esposti e poco protetti».