Il Milan di Pioli cerca e vuole la svolta Progetto giovani, si dibatte in società
Il tecnico tra Roma e futuro: «Maldini lucido, non si può aspettare 10 anni per tornare grandi»
MILANO Il tempo sta finendo, il Diavolo non può più attendere. Si riemerge ora o si va a fondo del tutto. E insieme. Giocatori, allenatore, dirigenza, proprietà. Perché qui le colpe sono collettive, nessuno è escluso. Una crisi del genere non ha, non può avere un responsabile solo, un colpevole unico. La catena degli errori è drammaticamente lunga. Ecco perché arrivati quasi a un quarto del campionato le parole non servono più, serve la svolta, servono i punti. L’ha ammesso lo stesso Pioli, ieri, ribadendo un concetto espresso dal d.t. Maldini in un’intervista a Sky che era sembrato a tutti un chiaro messaggio a Elliott: «Paolo ha fatto dichiarazioni lucide, spiegando il momento — le parole del tecnico —. Tutti qui al Milan sanno che il club ha certe ambizioni. Nessuno di noi può permettersi il lusso di aspettare dieci anni».
Non lo dice, il tecnico rossonero, e fa bene, ma la trasferta dell’olimpico di stasera è una grande occasione: la Roma è a pezzi, Fonseca fatica a trovarne undici buoni da mandare in campo. In più i giallorossi hanno nelle gambe la faticaccia di Europa League di giovedì scorso. La settimana libera, senza coppe, nelle speranze estive rossonere doveva essere un vantaggio non da poco. Fin qui però è rimasta solo una speranza. L’angosciante 12° posto in classifica ne è la prova.
Occorre una prova di maturità. Di tenuta mentale. Su questo, più che sulla tattica pura, ha lavorato in settimana il neo tecnico. Che ha raccomandato ai suoi più serenità: «Basta isterismi, andiamo a Roma per vincere». La falsa partenza col Lecce ha messo in chiaro che fra le criticità del Diavolo c’è l’incapacità di restare in partita fino alla fine. «Ci sono molte cose da correggere,
d Maldini Ibra potrebbe essere un sogno, ma non so se può accettare l’idea di stare in panchina
serve la testa giusta» le parole del normalizzatore Pioli, che dopo aver difeso con forza Suso dalla valanga di critiche social («chi offende lui, offende me e il Milan») ha puntualizzato che per lui non ci sono intoccabili. Oggi però dovrebbero esserci gli stessi undici di domenica scorsa. La strategia della continuità per dare certezze.
«Non ho fatto promesse né compromessi, qui gioca chi merita» ha messo in chiaro il tecnico. Tradotto: anche stavolta giocherà titolare Leao. «Piatek non è ancora brillantissimo» la sua spiegazione. A conferma che il gol al Lecce, il
d Pioli/1 Sono subentrato in corsa, quindi non ho promesso niente a nessuno Non ci sono intoccabili
d Pioli/2 L’anno scorso a questo punto il Milan era quarto Dobbiamo tirarci su le maniche e riprenderci