Berrettini esce, ma è in top ten
È la pole dei brividi, delle polemiche. Un giallo in piena regola, anzi un tripudio di bandiere gialle. Perché Max Verstappen ha persino ammesso in mondovisione, gli è anche scappato un sorrisetto, di non aver alzato il piede all’ultima curva dove Valtteri Bottas si è stampato paurosamente contro le barriere (l’impatto è stato da 17G, il finlandese è stato subito dimesso dopo un controllo al centro medico della pista). Erano gli attimi finali delle qualifiche, l’olandese aveva già prenotato la prima casella nel precedente tentativo dimostrando un feeling incredibile con l’autodromo intitolato ai fratelli Rodriguez dove ha vinto le ultime due edizioni del Gp del Messico.
A 2.250 metri sul livello del mare la Red Bull ha ritrovato le ali, mentre la Ferrari è apparsa leggermente meno scintillante delle previsioni. E la F1 ha perso un’altra occasione per arrivare a giudizi rapidi e chiari: perché se inizialmente, fra lo stupore generale e le proteste della Ferrari (Binotto: «Seb e Charles hanno osservato le regole, con un pilota a muro è scontato che si debba rallentare»), i commissari avevano assolto il ventiduenne (il mancato rispetto delle bandiere gialle in casi del genere può comportare penalità sotto forma di retrocessioni in griglia) analizzando come il suo ultimo tentativo fosse stato più lento del precedente, poi sono stati costretti a riesaminare il caso dopo la «confessione» di Max davanti alla telecamere. Qualunque sia l’esito di questa lunghissima Var, Charles Leclerc e Sebastian Vettel dopo un sabato sottotono rispetto agli ultimi cinque stellari(5 pole su 5 fra il Belgio e Suzuka) hanno tutte le risorse per portare a casa quel successo sfuggito in Russia per
La sconfitta (3-6, 7-5, 6-3) nella semifinale di Vienna contro l’idolo di casa Dominic Thiem non cancella la settimana da sogno di Matteo Berrettini. Ha perso una partita di rara intensità, ma in un colpo solo si è guadagnato il n° 9 nel ranking mondiale (sarà ufficiale da domani, quarto italiano nell’era del tennis computerizzato a riuscirci) e un vantaggio ulteriore su Bautista Agut nella Race to London, classifica che tiene conto dei risultati dell’anno solare e che porta al Masters. I punti da difendere sono ora 130 e una mano a Berrettini l’ha data Schwartzman, che nell’altra semifinale di Vienna ha battuto Monfils, stoppandone la rimonta nella Race. Prima di realizzare il sogno di giocare le Finals, resta solo il torneo di Parigi-bercy.