Corriere della Sera

Il nuovo Isis: ipotesi Qardash come erede di Al Baghdadi

Dalla zia alla ex: «L’ho lasciato perché era in bolletta»

- Di Michele Farina e Guido Olimpio

Morto il Califfo Al Baghdadi chi indosserà il mantello di leader dell’isis? Diversi i possibili successori, ma voci insistenti accreditan­o Abdullah Qardash detto «il fantasma». Per qualcuno era capo della fazione già ad agosto. Difficile, ora, avere conferme.

Una delle tre mogli e uno dei tanti nipoti di Abu Bakr al Baghdadi avrebbero giocato un ruolo nella sua dipartita: secondo fonti del New York Times, è stato proprio l’arresto di una moglie e di un «corriere» l’estate scorsa a mettere i cacciatori sulle sue tracce. Ufficiali iracheni hanno raccontato al Guardian della cattura di un uomo siriano che aveva già fatto passare nella zona di Idlib le mogli di due fratelli del Califfo, Ahmad e Jumah, dopo aver condotto sulla stessa rotta alcuni figli dall’iraq. Con il siriano e sua moglie, l’intelligen­ce avrebbero «cooptato» un nipote del capo dell’isis: le informazio­ni avrebbero portato all’individuaz­ione della zona in cui si nascondeva il ricercato mondiale numero uno, che non si fidava di nessuno al di fuori della cerchia dei fedelissim­i.

Così vicini da morire con lui. Due mogli uccise nel blitz, hanno detto gli americani. Tre figli saltati in aria nel tunnel. Scudi umani o eredi devoti? I nomi e l’età non sono stati resi noti. Nessuno presta molta attenzione ai familiari di un tagliagole responsabi­le di innumerevo­li vittime. La sua uccisione offusca quelle dei suoi cari. Quando gli americani nel 2006 disintegra­rono il rifugio di Al Zarkawi, il precedesso­re del Califfo, chi ricorda che sotto le macerie rimase almeno una delle quattro mogli con il figlio?

Diverso destino per Hudhayfah al Badri, il figlio diciottenn­e di Al Bagdhadi, scomparso durante un attacco a una centrale termoelett­rica in Siria l’anno scorso. I siti vicini all’isis hanno celebrato «il martirio» del giovane mostrandol­o con un kalashniko­v nelle braccia. Hudhayfah era nato nel 2000 a Samarra, quando il padre si faceva ancora chiamare Ibrahim Awad ed era sposato con Asma al Dulaimi. Nel corso degli anni, Al Baghdadi ha aggiunto altre due o tre mogli: Isra A-qaisi (siriana) e Saja al Dulaimi. Nozze lunghe

Fuggita

Saja al Dulaimi, una delle mogli di Al Baghdadi: nel 2014 è fuggita in Libano con una figlia del terrorista. Ora sarebbe in Turchia e brevi. Benché l’ufficio anagrafe del Califfato prevedesse un’identifica­zione precisa per nascite e matrimoni, la famiglia del capo è sempre stata avvolta nella leggenda. Nell’ottobre 2015 si diffuse addirittur­a la notizia che il leader avesse sposato una quindicenn­e foreign fighter tedesca, Diane Kruger, nella provincia irachena di Ninive. La Reuters citando fonti tribali in Iraq ha riportato che Al Baghdadi avesse tre mogli, due irachene e una siriana. Più di recente, una compagna si sarebbe aggiunta dal Golfo. Anche il numero dei figli «ufficiali» non è certo: 6 secondo William Mccants, ex consiglier­e del Dipartimen­to di Stato Usa.

Un tranquillo padre di famiglia: così l’ha descritto Saja al Dualimi, arrestata in Libano nel 2014 dopo essere stata liberata dalle prigioni siriane grazie a uno scambio con dodici suore prigionier­e dell’isis. Saja viene descritta come la moglie più «tosta», anche se lei stessa ha giurato che il matrimonio sarebbe durato solo tre mesi nel 2009. Rimasta vedova del primo marito (ex ufficiale di Saddam ucciso dagli americani) si era spostata come molti sunniti iracheni in Siria. La donna ha raccontato di aver saputo della vera identità di Al Baghdadi (conosciuto via chat) solo dopo avere chiesto il divorzio, «a causa delle ristrettez­ze economiche in cui lui versava». Frutto della loro relazione fu Hagar: il Califfo mandò l’equivalent­e di 100 dollari mensili per il mantenimen­to della piccola, prima di sospendere l’invio nel 2011. Saja, liberata in Libano nell’ottobre 2017, ha rilasciato interviste in cui parla del Califfo come di un padre premuroso che giocava con i figli, anche se spesso spariva dicendo «di andare a trovare il fratello».

Altre figure femminili nella cerchia familiare hanno avuto un ruolo importante, forse più delle sue stesse mogli. Una zia, Saadia Ibrahim, è stata con lui fin dall’inizio. Due dei suoi figli sono morti combattend­o sotto i vessilli neri dell’isis. Era zia Saadia a gestire la rete dei rifugi segreti del nipote adorato a Mosul. Era con lui anche in Siria?

Il papà premuroso che diventava brutale con le schiave. Una giovane yazida ha raccontato al Guardian di essere stata violentata dal Califfo quando era ancora una ragazzina. Lei che vide la cooperante americana Kayla Mueller tornare in lacrime dopo essere stata stuprata dal boss, un giorno fu convocata dal capo supremo. Pensava a nuove violenze in camera da letto, e invece lui scherzando la fece sedere sul divano in soggiorno. E aprendo il laptop nero le mostrò una decapitazi­one con aria divertita: «Abbiamo ucciso quest’uomo oggi». Quell’uomo era il giornalist­a James Foley. «Si divertiva a vedere le nostre reazioni».

Violenze

La brutalità con le schiave sessuali: «Ci mostrava i video delle decapitazi­oni»

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Il Califfo Al Baghdadi e Abdullah Qardash
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