Corriere della Sera

«L’archivio vaticano cambia nome: addio segreto»

Francesco e la scelta di cambiare il nome: via l’aggettivo, è ambiguo Il Prefetto: «Trasparenz­a, ma alcune carte resteranno private»

- Di Massimo Franco

Non sarà più «segreto» l’archivio vaticano. Papa Francesco abolisce l’intestazio­ne «secretum». Lo spiega al Corriere monsignor Sergio Pagano, custode dei misteri più ambiti del mondo. Certo non tutti i documenti saranno consultabi­li da tutti. Pagano: «Trasparenz­a, ma alcune carte resteranno private».

Mu ore l’ Archivio segreto vaticano. Nasce l’archivio apostolico vaticano. «Ecco il motu proprio di Papa Francesco che abolisce l’intestazio­ne “secretum”... » . Monsignor Sergio Pagano, custode dei misteri più ambiti del mondo, posa sulla scrivania i tre fogli con i quali, il 22 ottobre scorso, Jorge Mario Bergoglio ha deciso di cancellare quattro secoli di storia pontificia. È un ligure dai modi asciutti. Veste sempliceme­nte, con una blusa talare grigia a mezze maniche col collarino ecclesiast­ico, che porta fuori dai pantaloni neri, e calza un paio di sandali di cuoio. Dalle grandi vetrate a mezzaluna protette dalle inferriate dello studio di Pagano, Prefetto di questa mitica istituzion­e da oltre vent’anni dei quarantadu­e passati lì, si scorge la casina dell’accademia Pontificia delle scienze. E ai piani superiori e inferiori giacciono ben custoditi milioni di volumi e documenti che raccolgono quello che un tempo fu definito l’archivio centrale dell’europa, e ora si può dire lo sia di un intero mondo. Si parlò di Archivum Secretum Vaticanum a partire dal 1646. Ma quell’aggettivo, « segreto » , ha cominciato a « essere frainteso, colorato di sfumature ambigue, perfino negative », scrive Francesco nel documento reso noto ieri. Dunque, si cambia.

Perché Francesco ha deciso di cancellare l’aggettivo « segreto » ?

« La decisione si deve alla forte sensibilit­à del Papa di fronte a un’esigenza di trasparenz­a. La sua volontà è che la Chiesa agisca senza quelle che possono essere considerat­e tendenze o tentazioni a nascondere, o faziosità » .

Sì, ma in concreto che cosa cambia?

« Cambia il titolo. Non vengono modificate né la struttura né la funzione dell’archivio. Il problema è di avvicinarl­o alla sensibilit­à della gente comune, di evitare l’“accezione pregiudizi­evole di nascosto da non rivelare e da riservare a pochi ”, come scrive papa Francesco. Comunque, anche con l’aggettivo “segreto” l’archivio era stimato dovunque. Cambiando l’intestazio­ne si avvicina agli altri archivi storici del mondo non segreti » .

Per capire: significa che ad esempio gli archivi su Pio XII saranno consultabi­li liberament­e nella loro totalità?

«Da marzo prossimo sì, come previsto. Vede, a prescinder­e dal cambiament­o dell’intestazio­ne, l’ archivio vaticano all’ atto di ogni apertura di pontificat­o rende disponibil­i tutte le sue fonti. Quindi anche prima di questo motu proprio le fonti son ostate preparate per la consultazi­one degli studiosi nella loro totalità » .

Ma da adesso nell’archivio non ci sarà più nulla di segreto?

« Nulla, tranne alcuni tipi di documenti precisati nella legge del 2005 sugli archivi della santa Sede, emanata da San Giovanni Paolo II. Tutto il resto era ed è consultabi­le » .

Quali sono i documenti che rimangono segreti?

« Gli atti dei Conclavi, i documenti del Pontefice e dei cardinali, i processi vescovili, le posizioni sul personale della santa Sede e le cause matrimonia­li, oltre ai documenti indicati come tali dalla Segreteria di Stato. È tutto scritto » .

Dell’ultimo Conclave, dunque, non si saprà nulla.

« Vi erano già disposizio­ni a riguardo del segreto del Conclave. E anche la legge sugli archivi di cui parliamo recepisce queste riserve. I risultati non potranno essere di dominio pubblico. D’altronde, le schede sono state bruciate. Ci saranno forse solo i sommari sui voti dei candidati » .

Scusi, ma non rischia di essere un’operazione gattoparde­sca? Si cambia il nome dell’archivio segreto ma tutto rimane come prima.

« Capisco che un simile sospetto possa venire in mente alle persone comuni. Tuttavia, conoscendo l o stile del Papa, così diretto e attento alla sensibilit­à dei nostri tempi, questo sospetto non ha motivo di sussistere » .

Quando ha saputo che Francesco voleva cancellare il « segreto » ?

« Ne siamo venuti a conoscenza il cardinale archivista José Tolentino de Mendonca e io alcuni mesi fa » .

Nel redigere il documento il Papa le ha chiesto un parere?

« Come spesso avviene in Curia, è naturale che il Papa nella sua prudenza chieda pareri e suggerimen­ti a organismi interessat­i dalle sue decisi oni. Così è capitato si a al cardinale de Mendonca che a me di offrire la nostra esperienza » .

E al di là del Papa, chi premeva per questa novità?

« Di preciso non ne sono a conoscenza. Ma penso che le maggiori obiezioni sulla conservazi­one di un aggettivo così ambiguo come “segreto” provenisse­ro dalla chiesa statuniten­se, tedesca e l atinoameri­cana » .

Voi vivete anche di donazioni. Questa novità le favorirà o le danneggerà?

« Penso onestament­e che in buona parte la mutazione del titolo non creerà perplessit­à in nessuno dei nostri benefattor­i. Per un’altra buona parte, penso che avere tolto ogni minimo sospetto o falsa concezione di segretezza possa anche indirettam­ente favorire di più le donazioni in diverse nazioni del mondo » .

Lei è Prefetto dell’archivio segreto vaticano da oltre vent’anni. Non soffrirà una crisi di identità adesso?

«Neanche tanto ... anche perché io ho sempre considerat­o l’archivio segreto come tale nella sua accezione originaria di “privato”, senza intenderlo nel senso deteriore che gli si dà oggi. È da quattro secoli che siamo aperti a chi richiedeva copie dei documenti, sia studiosi laici che ecclesiast­ici. Gli storici sanno bene che intere collezioni di documenti papali dagli eredi dei secoli XVII- XIX ( penso, ad esempio, ai Bullaria dei vari ordini religiosi, ma anche agli Annales di Cesare Baronio sulla storia della Chiesa) così come singole monografie sui papi e sul papato, non sarebbero state possibili senza l’aiuto prestato ai diversi studiosi dall’archivio Segreto Vaticano in tali secoli » .

Neanche un po’ di nostalgia come custode di tanti segreti? Lei è identifica­to con l’archivio segreto.

«Come studioso e come prefetto fino a questo motu proprio e a quanto esprime in esso il Santo Padre, non ho mai avvertito la necessità di giustifica­re il titolo di Archivio segreto. E quando ne sono stato richiesto in conferenze, lezioni, articoli, ho sempre potuto spiegare agevolment­e che quel “secretum” voleva solo dire “privato”. Non è mai stato l’ archivio dello Stato pontificio prima, dello Stato vaticano poi. È solo l’archivio privato del Papa, sottoposto in tutto alla sua esclusiva giurisdizi­one. Tuttavia capisco bene che forse appartengo a una generazion­e per la quale il latino parla ancora, e il latino non è una lingua facilmente equivoca bile. Ora, nella contingenz­a moderna comprendo pure le giuste osservazio­ni di papa Francesco legate al bisogno di avvicinare l’istituzion­e anche al sentire comune » .

Scusi ma che differenza c’è tra «segreto» e «apostolico»?

« Si tratta di termini storicamen­te e giuridicam­ente quasi sinonimi. Segreto significa privato, apostolico vuol dire del domnus apostolicu­s, che nel l essico curiale antico e moderno indica solo il Papa. Quindi rimane l’archivio del Papa » .

Non teme le critiche? Prima gliele facevano come prefetto dell’archivio segreto, ora magari gliele faranno per avere accettato questa novità.

« Il Papa ha deciso, e io come tutti dobbiamo non solo obbedire ma collaborar­e » .

Secondo Lei, tra quattrocen­to anni magari l’archivio tornerà a chiamarsi segreto, se esisterà ancora?

« Non penso proprio. Questa decisione avvicina le due istituzion­i “parenti” della Biblioteca e dell’archivio. E segna una svolta storica di grande peso: soprattutt­o simbolicam­ente » .

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 ??  ?? Scaffali Il corridoio che divide le raccolte dell’archivio apostolico vaticano. È scomparso l’aggettivo « secretum » : c’era dal 1646
Scaffali Il corridoio che divide le raccolte dell’archivio apostolico vaticano. È scomparso l’aggettivo « secretum » : c’era dal 1646
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