Salvini: questa è una vittoria di tutti E sul caso Vaticano attacca Conte
«Riferisca in Aula. Se è vero, dimissioni subito». Telefonata con Berlusconi: siamo una squadra
PERUGIA «In Emilia! In Romagna!». A poche ore dalla conquista dell’umbria Matteo Salvini, canticchiando Una splendida giornata di Vasco Rossi, parte come un treno verso la prossima sfida, quella per le regionali dell’emiliaromagna del prossimo 26 gennaio. Il leader leghista comincerà a portare la sua sfida al governatore Stefano Bonaccini insieme alla sua candidata Lucia Borgonzoni già domani e dopodomani. La vittoria in Emilia è per il leader leghista il tassello fondamentale del ritorno al governo: «In democrazia conta il voto, fatte salve le incursioni
esterne. E di elezione in elezione, vediamo quanto durano...». Come dicono i due capigruppo parlamentari Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo «Il trionfo di Donatella Tesei in Umbria è la conferma
che dove si da la parola al popolo, lasciandolo libero di esprimersi, la proposta politica della Lega si afferma».
Il leader è durissimo nei confronti del presidente del Consiglio. Gliene offre occasione l’inchiesta rivelata dal Financial Times sul fondo di investimento vaticano Athena Global Opportunities Fund e sul possibile conflitto d’interessi tra il Conte avvocato e il Conte premier. Salvini si aspetta che «si affretti a riferire al Parlamento oppure gli chiederemo noi di farlo».
Con una nota Conte spiega che «la questione è stata affrontata anche dall’autorità garante della concorrenza e del mercato. Ho fornito all’autorità tutte le informazioni richieste, unitamente ai necessari riscontri documentali». E l’autorità, «nella sua adunanza del 23 gennaio 2019, ha ritenuto di non avviare alcun procedimento ai sensi della legge 20 luglio 2004, n. 215, non ritenendo sussistenti i presupposti per l’applicazione della legge».
In serata, a Porta a porta, Salvini è stato stuzzicato da Bruno Vespa sulla possibilità che, in caso di caduta del governo, non si torni alle urne e possa nascere un esecutivo guidato da Mario Draghi, che ha concluso il suo incarico alla guida della Bce. Ma secondo il capo leghista «l’italia non è la panchina del Milan, va via Giampaolo arriva Pioli, e poi si perde lo stesso... Conte 1, Conte 2, Conte Dracula... Ma le elezioni fanno proprio così paura, fanno schifo?».