«Era un voto di fiducia e hanno fallito Se vinciamo in Emilia elezioni inevitabili»
Meloni: gli italiani non vogliono l’esecutivo PD-M5S
ROMA La vittoria è così travolgente — la sua, quella del centrodestra — che dovrebbe portare ad una «valutazione» sull’esecutivo anche il capo dello Stato: «Ci era stato detto che questo governo doveva nascere per impedire l’aumento dell’iva, tagliare le tasse, dare stabilità; tutte cose ben lontane dal divenire, come sanno gli italiani che elezione dopo elezione continuano a scegliere il centrodestra». E Giorgia Meloni, dall’alto del 10,4% conquistato in Umbria, avverte: «Paradossalmente più restano in sella e più calano, ma a noi non interessa il tanto peggio, tanto meglio. Noi abbiamo il diritto-dovere di mettere in campo un progetto coeso e alternativo per governare».
Oggi non sembrano vicine le urne, ma se a gennaio in Emilia-romagna doveste di nuovo vincere voi?
«Se nella regione rossa per eccellenza, dove nemmeno possono invocare gli alibi della caduta della giunta come in Umbria, dovessero perdere, beh il dato sarebbe insormontabile per tutti».
Anche per Mattarella, intende?
«Non posso essere io a dare consigli al capo dello Stato, dico però che oggi una riflessione sarebbe naturale».
Su cosa?
«Questo governo fa una manovra scandalosa, fa cassa col gettito, spende 14-16 miliardi in deficit e solo 700 milioni per investimenti pur di finanziare le proprie marchette elettorali come il reddito di cittadinanza o il bonus ai diciottenni, mira ad eleggere il prossimo capo dello Stato inviso agli italiani quanto loro, mentre noi pretendiamo che sia votata la nostra proposta di legge di iniziativa popolare per l’elezione diretta. Non solo: sempre più ombre si addensano sul premier, come dimostra la vicenda svelata dal Financial Times, della quale domani al question time alla Camera con il ministro Di Maio chiederemo conto. E tutto mentre gli italiani non sanno più come urlare che non li vogliono...».
Ma l’umbria è l’italia?
«Secondo le parole vergognose di Conte non rappresenterebbe nulla, solo il 2%. E lo dice lui che legittima la piattaforma Rousseau, sulla quale hanno votato in 60mila. La verità è che sull’umbria hanno messo un voto di fiducia con la foto di gruppo di Narni, e l’hanno perso clamorosamente».
Avete stravinto voi. Si è chiesta perché?
«Premiano il centrodestra perché è unito e credibile».
O perché è estremo, sovranista, e dà rifugio alle paure?
«Proprio l’umbria dà la risposta: se il 50% degli elettori di una regione da sempre rossa — di tutte le età, i ceti, le esperienze politiche pregresse — votano per Lega e FDI, forse non siamo così spaventosi come raccontano. Io parlo più di infrastrutture che di immigrazione, di famiglie, turismo, piccola impresa, artigianato. Di cose reali, quelle che interessano le persone».
Per questo siete premiati?
«E perché siamo seri. Perché non promettiamo l’impossibile e quello che diciamo facciamo. Per una classe dirigente capace, onesta. E perché siamo sempre coerenti: sanno di potersi fidare».
Siete il secondo partito della coalizione: cambiano i rapporti di forza interni?
«L’obiettivo deve essere quello di vincere ogni regione e comune, ed essere pronti per il voto. Dobbiamo subito scegliere i candidati per le Regionali, vedremo se Salvini confermerà la Borgonzoni in Emilia, noi indicheremo i nostri nelle Marche, in Puglia e daremo il nostro contributo per la Toscana. La sfida è raccogliere il non voto di chi se ne è andato, anche da Forza Italia, dei delusi, della destra del M5S».
FI in continuo calo non comincia a preoccuparvi? Rischiate di avere troppo scoperta l’area di centro?
«Spero che FI possa recuperare consensi, se cresciamo tutti cresce la coalizione, è possibile, io l’ho dimostrato con la Lega: loro sono aumentati, ma anche FDI. In ogni caso, noi nel tempo abbiamo allargato i nostri confini, non ci muoviamo solo sul terreno tradizionale della destra nazionale, prendiamo i voti anche da aree nuove perché parliamo a tutti. Non ci preoccupa nulla. Non abbiamo fianchi scoperti».
Paradossalmente più restano in sella e più calano, ma a noi non interessa il tanto peggio, tanto meglio. Mettiamo in campo un progetto coeso
La crescita di FDI? Da tempo abbiamo allargato i nostri confini. Non ci muoviamo più solo sul terreno della destra, ci votano anche aree nuove