M5S, la metà dell’elettorato ha scelto l’astensione
«Il centrodestra sembra aver trovato una nuova forza propulsiva dall’esclusione del governo»: è questa una delle conclusioni dell’analisi dei flussi elettorali della consultazione in Umbria effettuata dalla Fondazione Istituto Carlo Cattaneo che ha preso in esame i dati relativi al capoluogo Perugia. Secondo la ricerca «il grado di mobilitazione dell’elettorato di centrodestra è superiore a quello registrato in precedenti elezioni locali: le perdite verso l’astensione, contrariamente alle regionali dei mesi scorsi, appaiono quasi nulle».
Il voto, che ha confermato «l’isolamento elettorale del Pd e la forza espansiva della
Lega, certamente risente di dinamiche locali, ma è indiscutibile che gli eventi nazionali possono aver influenzato in maniera decisiva le scelte dei cittadini umbri». E, ancora, «non può non aver pesato anche il giudizio sulla nuova maggioranza che guida l’esecutivo e sull’inedita coalizione elettorale formata dai due partner di governo, nonché, sul fronte politico opposto, sulla ritrovata unità manifestata dalle tre forze di centrodestra».
L’analisi compara il voto delle politiche 2018 appunto con le regionali in Umbria e evidenzia come l’1,5% degli aventi diritto al voto (non quindi dei votanti) è passato dai 5 Stelle al Pd, mentre il travaso in direzione opposta è stato dell’1,1%. La metà dell’elettorato grillino si è comunque astenuta, mentre un altro 3,6% del totale del corpo elettorale è passato alla Lega, che ha preso anche il 2,4% da Forza Italia. Lo studio evidenzia inoltre «perdite non trascurabili (dal Pd) verso il centrodestra (ma significativamente non verso la Lega)», di cui avrebbero beneficiato in particolare le liste civiche ma anche Fratelli d’italia. L’istituto Cattaneo spiega che sono dati di difficile interpretazione e potrebbero risentire di fattori locali, ma offre anche un’altra chiave di lettura che riguarda Renzi e il suo partito: «Una parte degli elettori che nel 2018 votò centrosinistra ha trovato “innaturale” l’alleanza col M5S e ha quindi preferito dirigersi altrove» e «l’assenza dalla coalizione di Italia Viva, ossia della componente renziana, potrebbe in qualche misura aver inciso su questa dinamica». In ogni caso, «il cambiamento di contesto politico (cambiamento di governo, scelta del M5s di coalizzarsi) non sembra aver innescato dinamiche elettorali nuove», ma ha accentuato i trend delle precedenti regionali, con un crescente «disorientamento» nella galassia pentastellata.