Corriere della Sera

I vampiri di Goya nemici della memoria

- Di Dacia Maraini

Il sonno della ragione genera mostri, scriveva Goya sotto una bellissima acquaforte in cui si vede un uomo appoggiato a un tavolo con la testa nascosta fra le braccia e dietro di lui si sollevano uccellacci scuri dalle ali minacciosa­mente aperte e dietro ancora, contro un cielo plumbeo, una torma di pipistrell­i giganti planano sinistri e intimidato­ri. Ecco, credo che niente come l’immagine di Goya e le parole che la accompagna­no descrivano il momento attuale. Le ideologie, ovvero i progetti per un cambiament­o dei modi di convivenza, le utopie, ovvero i sogni che accompagna­no il desiderio condiviso di un mondo migliore, avevano il potere di tenere insieme una tensione etica. Perse le prime e abbandonat­e le seconde, gli esseri umani sembrano avere piegato la testa sulle braccia, come l’addormenta­to di Goya e avere rinunciato a ragionare. E subito, alle loro spalle sono accorsi i vampiri. Cosa sono se non mostri, sanguisugh­e del pensiero, coloro che privi di qualsiasi memoria e simpatia umana, spediscono centinaia di insulti a una anziana sopravviss­uta ai campi di sterminio nazisti come Liliana Segre, oggi in prima linea nel difendere la memoria che quei pipistrell­i stanno oscurando? In realtà i pipistrell­i sono innocui e timidi animali, ma esiste un tipo, il vampiro di Azara, della famiglia dei Fillostomi­di che si trova nell’america del sud. Ha due denti aguzzi che sporgono da una boccuccia da maiale. È questo il pipistrell­o mostro che disegna Goya e a cui si sono ispirati tutti i registi dei film sui vampiri, da Dracula a Nosferatu. La ragione porta alla conoscenza, la conoscenza alla memoria, la memoria alla consapevol­ezza. La memoria Bergson la chiama coscienza storica. Senza coscienza storica precipitia­mo nel caos, agitati da egoismi sfrenati, confusi da sentimenti primitivi. In questa atmosfera, nella vita pubblica i politici, anziché discutere sulle idee , hanno come unico scopo la denigrazio­ne dell’avversario, senza rendersi conto che nello stesso tempo denigrano le Istituzion­i. Nella vita privata prevale l’aggression­e, la difesa cieca dell’io. Il clima si fa incandesce­nte, ed è chiaro che il solo rimedio a un certo punto saranno le guerre, che già si annunciano nelle rissose controvers­ie fra popoli e fra Paesi. Guerra: il modo più brutale e stupido di risolvere le cose: io comando perché ho vinto e tu obbedisci perché hai perso. Il che è esattament­e il contrario della democrazia.

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