Corriere della Sera

Lvmh, avanti su Tiffany Il nodo del prezzo

- Di Maria Silvia Sacchi

I componenti del consiglio di amministra­zione di Tiffany invitano gli azionisti a stare fermi in attesa che gli avvocati analizzino la proposta di Lvmh. L’obiettivo è che ne arrivi una migliore rispetto ai 14,5 miliardi offerti per rilevare il capitale del gioiellier­e americano. È sul prezzo, infatti, che si giocherà la riuscita di quella che sarebbe la più importante acquisizio­ne mai realizzata da Bernard Arnault con la sua Lvmh, che pure di operazioni ne ha fatte decine. Non a caso a Wall Street il titolo Tiffany ieri è andato oltre i 120 dollari per azioni che sono stati offerti dal colosso francese. Da un punto strategico il progetto ha senso e le persone sui due campi si conoscono bene, avendo già realizzato la cessione di Bulgari a Lvmh nel 2011. Rispetto al passato stupisce, però, che sia uscita una indiscrezi­one. Arnault ama i blitz, e così fu tra l’altro per Bulgari. Per questo ieri sul mercato ci si domandava da quale dei due fronti fosse uscito il rumor. Di certo, la mossa su Tiffany è una sfida aperta a Richemont, concentrat­o nella gioielleri­a, ma, allo stesso tempo, a tutto il mondo del lusso. La taglia sempre maggiore di Lvmh (che già ha ricavi per quasi 48 miliardi di euro), con il conseguent­e potere negoziale, pone, infatti, definitiva­mente i tanti marchi «solitari» di fronte a delle scelte. Che siano italiani o francesi.

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