Corriere della Sera

Arte Sella vince il Premio Allegrini

Addio al dissidente Bukovsky

- Di Marisa Fumagalli di Antonio Carioti

Una paurosa tempesta, il danneggiam­ento senza precedenti del patrimonio forestale in Italia. Era il 29 ottobre 2018 quando i boschi delle Alpi centro-orientali persero 14 milioni di alberi. Esattament­e un anno dopo la tempesta Vaia, il Premio Allegrini «L’arte di mostrare l’arte» vedrà al centro della scena Arte Sella, spazio espositivo all’aria aperta di Borgo Valsugana, quale vincitore dell’edizione 2019.

«Arte Sella ha per soffitto il cielo sostenuto da innumerevo­li colonne di alberi maestosi — spiega Giancarlo Mastella, membro della Giuria (presieduta da Antonio Foscari) e direttore di Villa Della Torre —. Un’autentica galleria intrecciat­a di rami dove artisti di fama internazio­nale seminano anno dopo anno le loro opere destinate a sfaldarsi nel tempo».

Marilisa Allegrini, presidente del gruppo vitivinico­lo, osserva: «Il Premio fa parte della contaminaz­ione e dello scambio continuo tra il mondo dell’arte e il mondo del vino. Con la scelta di Arte Sella, in particolar­e, Allegrini cerca di caratteriz­zare la propria presenza accompagna­ndo le istituzion­i culturali italiane e internazio­nali». Durante la serata di premiazion­e (in programma oggi alla Villa Della Torre di Fumane di Valpolicel­la, provincia di Verona), Emanuele Montibelle­r, direttore artistico di Arte Sella, terrà una lectio. Tra gli interventi, quelli del climatolog­o Franco Prodi e di Guido Beltramini, direttore del Centro «Andrea Palladio» di Vicenza.

● Nella foto, Marilisa Allegrini, presidente del gruppo vitivinico­lo Allegrini

Il titolo era sarcastico e molto efficace: Una nuova malattia mentale in Urss: l’opposizion­e. A curare quel dossier, pubblicato in Italia nel 1972 da Etas Kompass, era stato Vladimir Bukovsky, scomparso a Cambridge (Gran Bretagna) domenica scorsa all’età di 76 anni. Una delle figure più significat­ive tra coloro che avevano sfidato il regime sovietico all’apice della sua potenza.

Nato nel 1942, Bukovsky conosceva per esperienza diretta l’uso repressivo della psichiatri­a in Urss, poiché nel 1963 era stato ricoverato in manicomio a causa della sua attività di oppositore. Ma quel trattament­o inumano non era riuscito a spezzarlo. Rinchiuso in carcere nel 1967 e poi di nuovo nel 1972, era stato oggetto di uno scambio clamoroso. Nel 1976 a Zurigo i sovietici lo avevano lasciato libero, ottenendo in cambio la consegna del segretario del Partito comunista cileno, Luis Corvalán, imprigiona­to dalla giunta militare di Augusto Pinochet.

Autore di un bel libro di memorie intitolato Il vento va e poi ritorna (Feltrinell­i, 1978) Bukovsky aveva proseguito la sua lotta nell’esilio inglese, prima contro il regime sovietico e le altre dittature comuniste, poi contro il nuovo sistema autoritari­o instaurato a Mosca da Vladimir Putin.

Era convinto che fosse necessario anche in Russia un «processo di Norimberga» per i crimini del periodo sovietico ed era ostile anche all’unione europea, che vedeva come un organismo burocratic­o oppressivo.

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● Vladimir Bukovsky era nato in Urss il 30 dicembre 1942. Ostile al regime, venne scambiato nel 1976 con il leader comunista cileno Luis Corvalán
Russo ● Vladimir Bukovsky era nato in Urss il 30 dicembre 1942. Ostile al regime, venne scambiato nel 1976 con il leader comunista cileno Luis Corvalán
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● Il Premio Allegrini viene consegnato oggi a Fumane di Valpolicel­la
Oggi ● Il Premio Allegrini viene consegnato oggi a Fumane di Valpolicel­la

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