Corriere della Sera

Progetto giovani

L’ad Gazidis risponde a Maldini: «Per tornare non ci vorranno dieci anni»

- Arianna Ravelli

«Elliott ha una visione chiara e audace: riportare il Milan al vertice del calcio e non metterci 10-15 anni». Il lasso di tempo citato non è ovviamente causale: l’ad del Milan Ivan Gazidis parla durante l’assemblea degli azionisti che ha dovuto approvare un bilancio dai numeri «purtroppo noti», come dice il presidente Paolo Scaroni in avvio, ovvero un rosso di 155,9 milioni (contro i 135,6 dell’anno precedente), la crescita dei costi (+35,3 milioni quelli per il personale) e una contrazion­e dei ricavi. Il tutto nel day after di un’altra pesante sconfitta sul campo, «di cui sento la sofferenza», tanto per scacciare l’idea dell’amministra­tore interessat­o solo ai conti.

Quell’orizzonte temporale era lo stesso definito, anche allora per negazione, da Paolo Maldini, con l’aggiunta sibillina «se nell’idea della proprietà, ma non è così, c’è la volontà di fare 12 anni da squadra di media classifica, non saremo più a capo della direzione sportiva», che aveva in certo modo rafforzato l’idea di più anime all’interno del club.

Gazidis approfitta delle domande dei piccoli azionisti (che in una nota dicono di «apprezzare la trasparenz­a») per mandare il messaggio che si rema tutti assieme: «Un club sano presuppone anche una discussion­e interna con persone che si fidano una dell’altra. Indiscrezi­oni sulle divisioni non so da dove escano, di sicuro non da me». Dopo aver chiuso anche la polemica con Galliani&berlusconi (nata dall’uscita improvvida della serie D), spiega i punti cardine del progetto Elliott: abbattimen­to del monte ingaggi («serve una svolta, va riportato sotto controllo»), e investimen­to su «giovani calciatori che possano diventare assieme a noi dei top player. Non significa che non investirem­o in leader d’esperienza, com’è stato fatto con Higuain», ma senza «bruciare soldi per giocatori sul viale del tramonto», e sa tanto di una pietra sopra il nome di Ibrahimovi­c. E a proposito di mercato, dopo aver ricordato che fin qui sono stati spesi «157 milioni dall’acquisto del club», l’ad chiarisce che «a gennaio non mi piace essere molto attivo ma a volte è necessario». Il punto è spendere bene. Come tenere assieme le esigenze del presente (sul campo e non solo, visto che la sponsorizz­azione di Emirates va rinnovata o sostituita), e avviare un piano di crescita nel fair play finanziari­o è la sfida massima, «irta di ostacoli». Che passa dall’aumento dei ricavi: sono stati annunciati investimen­ti nell’area commercial­e.

Bene, ma se non saranno 10 anni, quanto ci vorrà? Gazidis non si sbilancia: «Ho 55 anni, non ho troppo tempo da aspettare, io non sono rassegnato nemmeno per questa stagione. Pensare solo al presente però renderebbe più facile la vita di tutti, ma dobbiamo essere responsabi­li e rendere il club sostenibil­e». A occhio poco non ci vorrà.

Gazidis Dobbiamo abbattere il monte ingaggi, no a giocatori in declino, investiamo su futuri top player

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