L’inter soffre ma vince In testa per una notte
Nerazzurri primi per una notte Non brilla ma fa il pieno a Brescia Decidono i gol di Lautaro e Lukaku Balotelli ci prova ma resta a secco
BRESCIA Prima per una notte, ma con il fiato corto. L’inter scavalca la Juventus grazie ai nuovi, implacabili, gemelli del gol: Lautaro Martinez, complice la deviazione di Cistana, sblocca nel primo tempo. Lukaku, dopo un’ora, si sveglia dal torpore e prova a spegnere la reazione bresciana di inizio ripresa con un sinistro fulminante nell’angolo lontano dalla portata di Alfonso. I numeri parlano per questa strana coppia argentino-belga che ha realizzato 14 gol nelle prime tredici partite della stagione, 7 a testa. Un rendimento super. Il Toro ha segnato in cinque delle ultime sei gare, il centravanti ha eguagliato il record di Milito arrivando a cinque gol nelle prime cinque trasferte.
Ma le buone notizie per Conte, che mai aveva battuto il Brescia, finiscono qui. L’inter soffre più del dovuto, tanto che il migliore in campo è il suo portiere, il solito portentoso Handanovic, autore nella ripresa di almeno tre parate decisive, due su Balotelli e una sulla conclusione ravvicinata di Donnarumma e battuto solo da un suo compagno, Skriniar.
Corini, allenatore in bilico, è scoraggiato: i complimenti non fanno classifica. Servono i gol. Ma il Brescia nel secondo tempo mette alle corde un’inter irriconoscibile, spenta e arrendevole, fragile in difesa (8 le reti subite nelle ultime 4 partite) e inconsistente a centrocampo. Una squadra che paga tantissimo l’assenza del cervello Sensi e che sembra stanca già a fine ottobre.
Con il Balotelli dei tempi migliori forse finirebbe in un altro modo. Mario è spettatore per un tempo, lento, bolso, insultato ferocemente dai tifosi interisti. Poi decide di svegliarsi nella ripresa, ma sbaglia un gol clamoroso e non riesce a vendicarsi di Conte, che in Nazionale non lo ha mai voluto.
L’inter cambia poco rispetto al Parma anche perché l’allenatore non ha troppi margini di manovra: De Vrij riprende il suo posto nel cuore della
d
Conte Giocato bene, giocato male? Non mi interessa, è la quarta partita in nove giorni, i ragazzi sono stati bravi, hanno dato tantissimo
difesa e Asamoah rileva il discontinuo Biraghi. I nerazzurri hanno il pregio di attaccare e il torto di farlo a bassa intensità. Lukaku è lento nei movimenti, Gagliardini impreciso nei passaggi, Brozovic troppo uguale a se stesso. Candreva e Asamoah giocano larghi per cercare l’ampiezza, Barella accende di tanto in tanto l’azione. Ma ci vuole l’ostinazione del Toro Martinez per rompere l’incantesimo, con la deviazione di Cistana. La reazione del Brescia è modesta: Donnarumma invoca un rigore
per un tocco di Gagliardini: l’arbitro Fabbri vede bene.
Nel secondo tempo è un altro Brescia, che non si ferma neppure dopo il raddoppio di Lukaku. L’autorete di Skriniar, dopo un tiro di Bisoli e la ribattuta di Handanovic, trasforma l’ultimo quarto d’ora in una bolgia. L’inter sembra soccombere da un momento all’altro: soffre, sbuffa, ma tiene. Il carattere non le manca. Per vincere lo scudetto servirà di più. Molto di più.