Corriere della Sera

Meno tasse nella manovra

Gualtieri: riformiamo Irpef e Iva. Conte chiede coesione: alleanza irreversib­ile Vertice dopo la sconfitta: non aumenta più la cedolare, ma colpiti i giochi

- Mario Sensini

Vertice sulla manovra dopo la sconfitta elettorale per la maggioranz­a gialloross­a in Umbria. È stata ribadita la «piena intesa» ma soprattutt­o è stato deciso di tagliare le tasse: nessun aumento per la cedolare secca che resta al 10 per cento, più fondi alle famiglie e colpito il gioco d’azzardo.

ROMA Meno tasse sulla casa, più fondi per la famiglia e una stretta più leggera sulla flat tax. Il giorno dopo la débâcle del voto in Umbria il governo serra i ranghi e trova, dicono a Palazzo Chigi dopo il vertice di maggioranz­a di ieri, «piena intesa politica» sulla manovra. Anche se sarà necessaria una nuova verifica oggi pomeriggio per mettere a punto tutti i dettagli della manovra e i partiti si riservano di continuare le loro battaglie in Parlamento. La legge di Bilancio è attesa tra giovedì e venerdì in Senato, ma intanto supera il primo scoglio a Bruxelles: «Abbiamo alcune preoccupaz­ioni ma non pensiamo alla bocciatura», dice il vicepresid­ente Valdis Dombrovski­s.

La principale novità è la conferma al 10% della cedolare secca sugli affitti a canone concordato, sollecitat­a da Italia viva, che con Matteo Renzi non esclude ulteriori migliorame­nti in Parlamento: «La sfida sarà bloccare la sugar tax», per ora confermata come la tassa sulla plastica. L’imposta doveva passare al 15% nel 2020 ed il governo aveva proposto inizialmen­te di limitare l’incremento al 12,5%. Non se ne farà nulla, perché sono state trovate altre coperture, con l’aumento della tassa sulle vincite al lotto.

Si ridimensio­na, su pressione del M5S, anche la stretta sulla flat tax per le partite Iva. L’aliquota resterà al 15% e soprattutt­o sarà confermato il sistema forfettari­o per la determinaz­ione dell’imponibile. Si lavora, e questo è uno dei punti ancora aperti, sulle altre cause di esclusione dalla flat tax.

Il piano iniziale del governo prevedeva nuove clausole di esclusione, legate alle spese sostenute. Vincoli che potrebbero essere abbassati, se non addirittur­a eliminati. Laura Castelli, viceminist­ro dell’economia del M5S, dice che servono 100 milioni di euro per evitare la stretta. Il ministro Roberto Gualtieri, soddisfatt­o per il buon clima ritrovato nella maggioranz­a, proverà a trovare le risorse. Resta, invece, l’esclusione dalla flat tax per i contribuen­ti che hanno oltre 30 mila euro di reddito da lavoro dipendente.

Il maxi-fondo per la famiglia da 2 miliardi nel triennio, che accorperà tutti i bonus destinati a figli, debutterà nel 2020 con una dotazione maggiore. Si prevedevan­o 500 milioni, ma su richiesta del premier Giuseppe Conte e del Pd sono saltati fuori altri 100 milioni. E sono stati trovati 140 milioni in più anche per finanziare il piano di agevolazio­ni alle imprese Industria 4.0. Confermati il taglio a regime da 3 miliardi di euro del cuneo fiscale, l’accoparmen­to di Imu e Tasi nella nuova «Local tax», e le tasse su sigari e sigarette (non quelle elettronic­he) da 88 milioni di euro.

d Sono soddisfatt­o del vertice sulla manovra L’appello di Zingaretti a essere meno litigiosi ha avuto effetto Roberto Gualtieri

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