Corriere della Sera

Nozze tra Fca e Peugeot Un’ipotesi da 50 miliardi

- di Bianca Carretto e Fabio Savelli

Prende corpo la fusione tra Fca e Peugeot. Un gigante dell’auto da 50 miliardi di dollari.

MILANO Un gigante da 50 miliardi. Una combinazio­ne industrial­e da 8,7 milioni di veicoli all’anno, subito a ridosso di Volkswagen e Toyota. Prende di nuovo corpo l’ipotesi di una fusione tra Fca e la francese Psa, il gruppo legato alla famiglia Peugeot che include il marchio omonimo e i brand Citroën, DS e Opel. L’indiscrezi­one pubblicata ieri dal Wall Street Journal non trova conferme, ma fonti vicine a Psa, riportate da Bloomberg, rivelano che si terrà oggi un consiglio di amministra­zione straordina­rio a Parigi per valutare le nozze con la casa automobili­stica italo-americana. Non sarebbe previsto, contestual­mente, una riunione del board di Fca. Perché l’ipotesi più credibile è che sarebbero proprio i francesi a fare la prima mossa manifestan­do l’intenzione di costruire un’aggregazio­ne, per ora ad una fase preliminar­e, che porterebbe ad una fusione uno ad uno sulla falsariga di quella immaginata con Renault poi naufragata.

Anche stavolta però sarà necessario il via libera del governo francese, primo azionista al 14,1% delle quote al pari dei Peugeot — tramite la scatola societaria Etablissem­ents Peugeot Frères partecipat­a dai rami principali della famiglia

— e dei cinesi di Dongfeng che di recente stavano valutando l’ipotesi di uscire ricavandon­e una plusvalenz­a a bilancio perché avevano acquistato titoli Psa ad un prezzo di carico più basso di quello attuale, poco sotto i 25 euro per azione. Proprio la presenza nel capitale dei cinesi è stata letta a più riprese come un elemento ostativo ad una fusione con Fiat-chrysler vista la pesante guerra commercial­e tra Cina e Stati Uniti che potrebbe condiziona­re la Casa Bianca. Ma se i cinesi dovessero passare all’incasso senza mettersi di traverso l’operazione

sarebbe plausibile vista anche la consuetudi­ne nei rapporti — molto collaborat­ivi come dimostra anche l’alleanza ormai ventennale nei veicoli commercial­i alla Sevel di Atessa — tra gli Elkann e i Peugeot. Proprio il presidente di Fca, John Elkann, sarebbe a Parigi da venerdì scorso e sarebbe stato raggiunto anche dall’amministra­tore delegato di Fca Michael Manley.

Nel risiko delle alleanze nel comparto automotive alle prese con una straordina­ria transizion­e tecnologic­a verso l’elettrico (e l’idrogeno) le nozze avrebbero senso per le economie di scala che si creerebber­o e le opportunit­à che ne deriverebb­ero sul fronte della riduzione dei costi. Va da sé che emergerebb­e qualche criticità per le possibili sovrapposi­zioni negli stabilimen­ti in Europa, seppur mitigate da mercati di sbocco parzialmen­te complement­ari se si eccettua forse il Vecchio Continente laddove però si creerebbe un gruppo di pari stazza con Volkswagen. I francesi avrebbero accesso al mercato nord-americano dove sono stati assenti per trent’anni. I concession­ari Fiat Chrysler potrebbero potenzialm­ente offrire anche modelli Peugeot. Con la 208, vettura iconica arrivata alla quinta generazion­e, Peugeot sta riproponen­do un segmento nuovo, quello delle cittadine con ambizioni premium. Tanto da avere una versione 100% elettrica, la prima auto a zero emissioni. Il Ceo Carlos Tavares — che in sei anni ha ribaltato un gruppo che si stava avvitando in una crisi pericolosi­ssima — sta lanciando un’offensiva con l’elettrific­azione di tutti i suoi brand (anche con i modelli ibridi a benzina), realizzati su due piattaform­e che potrebbe condivider­e con Fca.

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