Corriere della Sera

Per il sottosegre­tario l’impianto non si tocca

Baretta: i migliorame­nti? Non sono elettorali Altre modifiche possibili

- di Lorenzo Salvia

ROMA La cedolare secca che resta al 10%, un intervento in favore delle partite Iva. Sottosegre­tario all’economia Pier Paolo Baretta (Pd), queste piccole modifiche al disegno di legge di Bilancio sono figlie della batosta elettorale in Umbria?

«Non direi proprio, sono figlie del buon senso. La manovra di bilancio è un lavoro che trascende da un risultato elettorale, pur importante e da tenere nella giusta consideraz­ione, come quello di domenica».

Ma ci dobbiamo aspettare altri segnali di buon senso in vista del voto in Emiliaroma­gna, a gennaio?

«La manovra di bilancio ha un impianto che nei suoi assi portanti non può e non deve essere toccato: lo stop all’aumento dell’iva, il cuneo fiscale, gli investimen­ti. Dopodiché i migliorame­nti sono sempre possibili, adesso come in Parlamento».

E quali altri migliorame­nti sono possibili, secondo lei?

«Vedremo quali saranno quelli proposti dal Parlamento, anche dall’opposizion­e. Naturalmen­te a patto di non toccare i saldi complessiv­i. Personalme­nte credo che un ulteriore aumento dei fondi per le non autosuffic­ienze sarebbe una cosa buona e giusta».

Nella maggioranz­a, però, cresce l’idea di dare un segnale di abbassamen­to della pressione fiscale. È solo una promessa per ritrovare un po’ di consenso o c’è qualcosa di concreto?

«Intanto questa manovra ha fermato l’aumento di Iva e accise per 23 miliardi di euro. Abbiamo quindi impedito un enorme aumento delle tasse».

Ma è sicuro che il cittadino se ne accorgerà? Trovare 23 miliardi non è stato facile, ma è servito solo a non far scattare gli aumenti. Dal punto di vista politico è un gioco a somma zero, non crede?

«Non sono d’accordo. I cittadini sanno bene che cosa sarebbe successo se non avessimo fermato gli aumenti. Ci sarebbe stato un aggravio di costi di oltre 500 euro a famiglia. Però, certo, bisogna guardare avanti».

Nella prossima manovra di bilancio saremo punto e da capo: bisognerà fermare aumenti dell’iva per 18 miliardi. Poco meno di quelli che avete fermato adesso.

«Appunto. Io credo che bisognerà mettere mano a una grande discussion­e sul Fisco che consenta di abbassare l’irpef, la tassa sulle persone fisiche. Ma che, allo stesso tempo, esamini di nuovo la questione della rimodulazi­one dell’iva e il capitolo delle tax expenditur­es, cioè delle agevolazio­ni fiscali».

Ne avevate parlato anche per questa manovra ma alla fine non ne avete fatto nulla. Perché dovrebbe andare in un altro modo?

«È vero, quest’anno ne abbiamo parlato a lungo ma alla fine è prevalsa l’idea di uno stop integrale all’iva. L’anno prossimo avremo più tempo per una riforma organica che consenta di avere più risorse per tutti gli interventi a sostegno della crescita e in chiave sociale».

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