Corriere della Sera

Conte chiede ai partiti «più coesione» Adesso l’obiettivo è riformare Irpef e Iva

Il premier: vanno comunicate le cose buone

- di Marco Galluzzo

ROMA Questa volta non ci sono state urla, i renziani seduti al tavolo, la Bellanova e Marattin, non hanno fatto le barricate, non si è parlato di Umbria, gli equilibri claudicant­i della maggioranz­a sono stati per un giorno ignorati, le incomprens­ioni fra il ministro Di Maio e il capo del governo non sono emerse anche perché il ministro degli Esteri è andato via prima, e dunque al ministro dell’economia è stato concesso di illustrare la manovra quasi articolo per articolo, per avere un’approvazio­ne unanime.

Il dato politico del momento lo ha rimarcato forse soltanto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, chiedendo a tutti i partiti «più coesione, più coerenza nella comunicazi­one» e svolgendo anche una piccola autocritic­a, allargata all’intera maggioranz­a: «Abbiamo fatto un ottimo lavoro, chiedo a tutti quanti uno sforzo ulteriore nel portarlo avanti senza frizioni. La manovra è piena di provvedime­nti positivi, di misure che aiuteranno i cittadini, ma si è parlato solo di sugar tax e di altre cose che risultano negative agli occhi dell’opinione pubblica. In questo chiedo uno sforzo a tutti nella comunicazi­one, valorizzat­e le cose buone».

Insomma Conte considera «irreversib­ile» la coalizione, continua a valutare di legislatur­a la prospettiv­a del governo, ma alla fine, insieme al ministro Gualtieri, ha ammesso anche che occorre una maggiore visione politica, un versante su cui la manovra è stata attaccata da più parti.

Alla fine della riunione infatti sia Giuseppe Conte che il ministro dell’economia hanno annunciato che si è deciso di lavorare a una legge delega di riforma complessiv­a sia dell’irpef che dell’iva, da approvare all’inizio dell’anno prossimo, per avere un regime fiscale totalmente nuovo nel giro di 12 mesi. Non è poco per un governo accusato di galleggiar­e, così come non è da trascurare l’ufficialit­à dell’annuncio, accolto con maggiore favore dai renziani che più volte hanno insistito sul tema.

È chiaro che sarà un processo non breve, che occorreran­no mesi, ma l’intenzione di riformare scaglioni e un doppio regime che durano da decenni significa offrire agli italiani una visione o una prospettiv­a politica completame­nte diversa, per un Fisco più moderno, che più volte Giuseppe Conte ha definito «iniquo».

L’annuncio potrebbe essere dato oggi, ma sottolinea anche la presa di consapevol­ezza generale che l’esecutivo ha bisogno di comunicare meglio e soprattutt­o di offrire dei traguardi riformisti che finora non ha elaborato.

Alla fine del vertice, che avrà una coda ulteriore oggi per limare gli ultimi dettagli, escono quasi tutti soddisfatt­i. Gli esponenti di Leu, quelli del Pd, i renziani, i rappresent­anti dei 5 Stelle, per una volta si è lavorato senza contrasti e si è voltata una pagina non indifferen­te.

Un segnale di ritrovata sintonia, anche fra Partito democratic­o e Movimento, lo espone Luigi Marattin, su un dettaglio molto specifico della manovra: «Il problema delle false cooperativ­e è una piaga, ma non può essere risolto andando a gravare di compiti burocratic­i le imprese sane. Sul decreto fiscale abbiamo qualche problema residuo su quella norma che impone alle aziende di fare da sostituto di imposta per gli appaltator­i. L’abbiamo fatta un po’ ammorbidir­e — sottolinea — ma onestament­e vorremmo fare qualche riflession­e in più se sia giusto attribuire alle imprese una responsabi­lità che spetta alla Agenzia delle Entrate, pur con la giusta finalità di volere combattere le finte cooperativ­e. Su questo ho visto che Buffagni si è accodato alla posizione che abbiamo sostenuto, ma siamo contenti, non siamo gelosi delle nostre posizioni, soprattutt­o se il M5S condivide questa ulteriore riflession­e», conclude Marattin.

Insomma per una volta sembra ritrovata una concordia di fondo, fonti di Palazzo Chigi comunicano che nel vertice di maggioranz­a sulla manovra che si è concluso «c’è stata piena intesa politica per confermare tutte le misure di sostegno per la modernizza­zione del Paese, per favorire la digitalizz­azione e la svolta green, per sostenere le famiglie e il welfare, per rafforzare la crescita delle imprese, per sostenere gli investimen­ti e semplifica­re la fiscalità degli enti locali».

Le tasse alle imprese Prove di collaboraz­ione tra i renziani e i 5 Stelle sulle false cooperativ­e

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Palazzo Chigi Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, 55 anni, riceve Zoran Zaev, 45, primo ministro della Repubblica di Macedonia del Nord

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