Corriere della Sera

La prima casa dell’uomo fu il Botswana

- Di Anna Meldolesi

Oggi il Makgadikga­di è una distesa di terra e sale, ma un tempo doveva essere una gigantesca oasi piena di vita. Di un verde lussureggi­ante, con acqua a perdita d’occhio e un gran numero di prede da cacciare. Quasi un giardino dell’eden per le prime donne e i primi uomini dotati di una mente e di un corpo del tutti simili ai nostri. Secondo uno studio pubblicato su Nature, proprio questo angolo dell’africa meridional­e, nel nord del Botswana, sarebbe stata la casa ancestrale della specie Homo sapiens dai 200.000 ai 130.000 anni fa. Un gruppo internazio­nale, guidato da Vanessa Hayes dell’università di Sidney, ha analizzato una piccola porzione del dna di 1200 persone, concentran­dosi su un gruppo etnico molto speciale. I Khoisan comunicano con una lingua dalle sonorità particolar­i, forse simile a un protolingu­aggio. Presentano una diversità genetica molto elevata, che comprende varianti antichissi­me. Ancora oggi molti di loro conducono una vita da cacciatori­raccoglito­ri. Sembrerebb­ero dunque i candidati ideali per rappresent­are i discendent­i diretti del primo nucleo di umani. Quelli che poi, non appena le condizioni climatiche lo hanno consentito, hanno colonizzat­o il resto del continente e del globo.

Che siamo tutti figli dell’africa era noto, ma adesso dobbiamo dirci figli del Botswana? Gli specialist­i invitano a non fare troppo affidament­o su quest’unico studio che è affascinan­te ma limitato. Il nostro genoma è una sorta di patchwork, di cui Hayes ha analizzato solo un esile filo. Se invece di focalizzar­si sulla parte a trasmissio­ne materna (dna mitocondri­ale), si seguissero i tanti geni del nucleo, si troverebbe­ro altre patrie ancestrali. Probabilme­nte la storia dell’umanità è ben più complicata. Se un Eden evolutivo è esistito davvero, potrebbe trovarsi nella parte orientale del continente, dove sono emersi i più antichi fossili pienamente umani. Così la pensa Giorgio Manzi, della Sapienza. Oppure la nostra culla potrebbe coincidere con l’africa intera, come vorrebbe l’ipotesi panafrican­a. Per risolvere il rebus non basterà analizzare il dna dei viventi. Serviranno altri fossili ben datati e così ben conservati da regalarci un po’ di dna antico. L’albero evolutivo ricostruit­o su Nature, in fondo, è solo un albero di geni e non di popolazion­i, obietta Guido Barbujani, dell’università di Ferrara. La nostra specie è per natura migrante e cerca ancora casa.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy