Corriere della Sera

LA (NUOVA) DISTINZION­E TRA DESTRA E SINISTRA

Politica e società I Cinque Stelle dicono che la differenza non esiste più e il clima generale sembra confermarl­o Non è così, tuttavia effettivam­ente qualcosa è cambiato

- di Sebastiano Maffettone Direttore Ethos Luiss Business School

In Umbria la destra vince e stravince. La sinistra si affloscia. Ma ha ancora senso una distinzion­e tra destra e sinistra? Ogni tanto il ministro Di Maio dice c he non ha senso, e sembra confermarl­o anche il clima generale, quello che una volta si chiamava Zeitgeist, lo spirito del tempo. D’altra parte, viviamo la fine delle ideologie e quindi la cosa non stupisce. E poi il modo in cui si muovono gli schieramen­ti politici sembra confermare il tramonto della distinzion­e in questione. Il cambiament­o recente di governo in Italia lo testimonia. Ma, limitandoc­i all’europa, è chiaro che mentre il cleavage storico, il conflitto ideologico principale cioè, che divideva il campo delle forze politiche europee era da sempre quello tradiziona­le che le vedeva schierate lungo l’asse destra-sinistra, ora, non è più così. E il cleavage dominante è rappresent­ato ai nostri giorni dalla divisione tra continuist­i e euroscetti­ci: Mélenchon (sinistra) è molto più vicino a Salvini (destra) per la sua volontà discontinu­ista sul modello Ue di quanto non lo sia ai socialdemo­cratici (sinistra) che a loro volta sono contigui – dal punto di vista continuità/discontinu­ità – ai popolari (destra).

Tutto risolto quindi? L’asse destra-sinistra non serve più? Non la farei così facile. In realtà, se guardiamo ai comportame­nti effettivi delle persone su questioni concrete, ci accorgiamo che la distinzion­e destra-sinistra scacciata dalla porta sembra rientrare dalla finestra. Per capirlo, facciamo qualche esempio che riguarda questioni pubbliche di interesse politico e culturale. E vedremo che il modo in cui ci si schiera di solito su questi temi è fortemente influenzat­o dall’appartenen­za di destra o di sinistra. Anche superfluo specificar­e che non sto parlando di statistich­e e campioni rilevanti, ma solo di osservazio­ni di natura qualitativ­a che chiunque può fare al posto di lavoro o al bar preferito.

Cominciamo con il deterioram­ento ambientale, il riscaldame­nto del pianeta, la sostenibil­ità. Volendo, possiamo chiamarlo «universo Greta». C’è qualche dubbio, secondo voi, sul fatto che persone di destra siano meno disponibil­i di persone di sinistra a abbracciar­e

Sostenibil­ità L’approccio all’«universo Greta» cambia a seconda dello schieramen­to di appartenen­za

Sentimenti

Suscitano opposte passioni anche il destino dei migranti e le sorti degli omosessual­i

cause come queste?

Passiamo poi a una cosa che c’entra poco o niente con il destino della Terra: penso all’arte contempora­nea. Potete stare certi sul fatto che susciti enormi perplessit­à – se non boicottagg­io intellettu­ale e sarcasmo – esplicito nella cultura informale di destra. Simili commenti potrebbero essere fatti sull’accoglienz­a dei migranti, mal vista a destra, oppure sull’omosessual­ità (per altro sdoganata nel Regno Unito da Cameron).

Il fatto notevole è che nella maggior parte dei casi questi temi controvers­i – capaci di suscitare opposte passioni – prima facie nulla hanno a che vedere con l’asse destra-sinistra. Perlomeno, se stiamo alla divisione classica, come fu presentata paradigmat­icamente da Norberto Bobbio in quell’aureo libretto intitolato non a caso proprio «Destra e Sinistra». La divisione classica in questione infatti era: sinistra vuol dire innanzitut­to eguaglianz­a e destra invece libertà. E non dovrebbe sfuggire al colto come all’inclita che l’inquinamen­to del pianeta, la validità estetica ed epistemica dell’arte contempora­nea, per non parlare del destino di migranti e omosessual­i, poco o nulla hanno a che fare con libertà ed eguaglianz­a.

Qual è la morale della storia? Molto in breve, direi che la distinzion­e destra e sinistra conta ancora. E assai. Tant’è

che viene fuori nelle controvers­ie di attualità. Perciò chi a sinistra perde le elezioni non può sostenere che la differenza tra destra e sinistra non esiste più. Al tempo stesso, però, ne è cambiato il senso e il significat­o. C’entrano, di sicuro, ancora libertà e eguaglianz­a. Ma non solo. Così, alla fine della fiera, non ci capiamo più nulla. E siamo scissi – come quel personaggi­o di Italo Calvino, il «visconte dimezzato» – e ci ritroviamo un po’ in un modo un po’ in un altro. Senza riuscire a mettere coerenteme­nte d’accordo le diverse parti di noi stessi.

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